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Terremoto in Corea del Nord: per Seul è naturale. Cina: sospetta esplosione

Kim Jong -Un presenzia al lancio di un missile Hwasong-12

Silvia Sfregola
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Un terremoto è stato registrato in corea del nord: per il centro sismico della Cina si tratta di un sisma di magnitudo 3.4, mentre la Corea del Sud ha fissato la scossa a magnitudo 3. Il sisma solleva timori di un nuovo test nucleare. A questo proposito l'agenzia meteorologica della Corea del Sud fa sapere che sta compiendo altre verifiche ma, l'opinione iniziale, è che si sia trattato di un sisma naturale. L'amministrazione cinese, invece, parla di "sospetta esplosione", spiegando che la scossa è stata registrata a profondità zero chilometri, dunque in superficie. E l'Organizzazione del trattato di proibizione totale dei test nucleari (Ctbto), con sede a Vienna, ha fatto sapere che sta "compiendo verifiche su una insolita attività sismica". La scossa è avvenuta a "circa 50 chilometri dagli altri test" nucleari, ha scritto su Twitter il segretario esecutivo della Ctbto, Lassina Zerbo. Il terremoto di oggi è stato rilevato nella contea di Kilju, nella provincia di Hamgyong settentrionale: è in questa zona che si trova il sito nucleare nordcoreano di Punggyeri. Tutti i precedenti test nucleari compiuti da Pyongyang, sei dal 2006, hanno determinato terremoti di magnitudo da 4.3 a salire. L'ultimo test, quello del 3 settembre scorso, è stato rilevato come terremoto di magnitudo 6.3; allora dopo quel test fu registrato un secondo sisma, che secondo quanto riferirono gli esperti potrebbe essere stato causato dal crollo di un tunnel nel sito, che si trova in un'area di montagna. Foto satellitari dell'area dopo il test del 3 settembre mostrarono numerose frane, pare causate dalla massiccia esplosione: la corea del nord sostenne che si era trattato di una bomba a idrogeno. La tensione ha continuato a salire nelle ultime settimane sulla corea del nord: il 3 settembre c'è stato l'ultimo test nucleare, a seguito del quale il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato nuove sanzioni contro Pyongyang; poi martedì, dal podio dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, il presidente Usa Donald Trump ha minacciato di "distruggere completamente la corea del nord" definendo il leader Kim Jong-Un "rocket man". La retorica con botta e risposta fra i due è proseguita, con Kim che ieri ha affermato: "Di sicuro domerò con il fuoco il bacucco americano mentalmente disturbato". E Trump non ha ceduto, proseguendo stanotte: "Non possiamo avere uomini folli che lanciano razzi ovunque". Ieri il ministro degli Esteri della corea del nord, Ri Yong Ho, che attualmente si trova a New York per l'Assemblea Onu, ha avvertito che Kim potrebbe considerare l'ipotesi di testare una bomba all'idrogeno nel Pacifico. Intanto nella notte la Cina ha annunciato il taglio alle esportazioni di petrolio verso la corea del nord e lo stop all'acquisto di prodotti tessili da Pyongyang, in applicazione delle sanzioni stabilite dal Consiglio di sicurezza Onu: le limitazioni all'esportazione di alcuni prodotti petroliferi saranno attive dal 1° ottobre, mentre l'import tessile viene fermato con effetto immediato.

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