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Londra sotto attacco, la lunga scia di sangue del terrorismo
La scia di attentati che dal 2005 ad oggi sta colpendo Londra non sembra volersi arrestare e il terrore, ancora una volta, ha sorpreso i cittadini inglesi. Erano le 08.20 (09.20 in Italia) quando l'esplosione generata da un ordigno artigianale ha gettato nel panico i passeggeri della metropolitana, alla fermata Parsons Green, sulla District Line. Scotland Yard non sembra avere dubbi: si è trattato di un episodio terroristico. Ventidue i feriti, per lo più con ustioni al volto, che sono stati trasportati subito dopo in ospedale. Fortunatamente nessuno sembra essere in gravi condizioni o in pericolo di vita. Una lunga scia di terrore Ma questo è solo uno degli ultimi attentati terroristici che dal 2005 ad oggi hanno colpito la capitale britannica. Prima di oggi, ad essere preso di mira il 22 maggio ultimo scorso, la Manchester Arena gremito di giovanissimi, accompagnati dai loro genitori. L’esplosione avvenuta alle 22.30 nel foyer del palazzetto, ha ucciso 22 persone, ferendone gravemente 59. Tra le vittime purtroppo la presenza di molti bambini. Di questo attentato ha colpire è stata soprattutto la ferocia e l’intento di colpire giovani vittime. I cinque morti di Westminster Bridge Il 22 marzo invece ha generare panico e terrore, un suv lanciato a tutta velocità, lungo il Westminster Bridge che ha ucciso 5 persone, ferendone gravemente 40. Alla guida un lupo solitario che ha proseguito la sua folla corsa fino ad uno degli ingressi del Parlamento, dopodiché uscendo dal veicolo, armato di coltello, ha colpito a morte un agente di polizia. L’attentatore è stato ucciso immediatamente dai colleghi dell’uomo. Fin da subito si è pensato ad un attacco terroristico e la conferma è arrivata rapidamente, da Scotland Yard, che aveva già attivato le misure per mettere in sicurezza la premier Theresa May all'interno del Parlamento. Gli attacchi del 2005 Ma la data che evoca più di ogni altre l’incubo terrorismo negli inglesi e quella del 7 luglio 2005. Un attentato sanguinoso che in molti hanno definito l’11 settembre del Regno Unito. Furono infatti più di 700 i feriti e 52 i morti accertati per mano di 4 kamikaze, deceduti nelle esplosioni insieme alle vittime. Gli uomini erano tutti giovani fra i 18 e 30 anni, residenti dalla nascita a Londra che non avevano mai manifestato, fino a quel momento interesse particolare per estremismo islamico. Nel giro di pochi secondi, alle 08.50 con i vagoni affollati della metropolitana, esplosero tre ordigni a bordo di tre diversi convogli. Le fermate erano quelle delle stazioni di Aldgate, King’s Kross e Edgware Road. Un’altra bomba, la quarta, esplode vicino Tavistock Place, ma questa volta su una autobus a due piani. Dopo due settimane, il 21 luglio una seconda serie di attentanti, simili a quelli precedenti vennero sventati dagli agenti dell’antiterrorismo britannico. Dal 2005 ad oggi, la Londra del "melting pot" ha dovuto fare i conti più di una volta con il terrorismo, nonostante da sempre, sia un esempio di integrazione. Il vicino di casa infatti potrebbe essere colui che il giorno dopo ti fa esplodere nella metropolitana. Il terrore ormai è quotidiano nonostante la capitale britannica anche prima del 2005 ha dovuto fare i conti con altri atti terroristici, quelli da parte dei militanti repubblicani nordirlandesi. Era il marzo del 2011 quando esplose un ordigno davanti alla sede della Bbc causando un ferito grave per mano del Real-Ira. E prima ancora, nel febbraio del 1996, sempre per un attentato a morire furono due persone nella zona portuale di Londra.