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Barcellona, caccia all'ultimo terrorista: forse è in Francia

Silvia Sfregola
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Continuano le indagini per ricostruire l'attacco sulla rambla a Barcellona. La polizia spagnola sta dando la caccia al presunto autista del furgone che ha travolto la folla causando la morte di 13 persone, tra cui 3 italiani. Si tratta di un cittadino marocchino di 22 anni, Younes Abouyaaqoub. Con lui potrebbero essere ancora latitanti altri due membri della cellula di Ripoll, la cittadina dove viveva la maggior parte dei terroristi: si ritiene che 12 persone componessero il gruppo jihadista. Quattro sono in stato di arresto, tre provenienti da Ripoll, mentre 5 sono stati uccisi nel tentato attacco a Cambrils. Tra questi vi è anche Moussa Oukabir, il 17enne che fino a ieri era considerato l'autore materiale della strage sulla Rambla. Nel frattempo le autorità spagnole hanno deciso di mantenere a 4 il livello di allerta per una minaccia terroristica, rafforzando la sicurezza nei punti strategici. LE VITTIME Il bilancio delle vittime non è definitivo, ma si sa che anche tre italiani hanno perso la vita sulla Rambla: il 35enne Bruno Gulotta di Legnano (Milano) e Luca Russo, 25 anni, di Bassano del Grappa (Vicenza). La terza persona è una donna originaria della provincia di Potenza residente in Argentina: si tratta di Carmen Lopardo, 80 anni, da più di 60 residente in Argentina, che si trovava in vacanza nella città catalana. Lo rendono noto i media argentini. Anche alcuni bambini sono morti, il più piccolo di soli 3 anni. Le vittime dell'attacco sulla Rambla provengono da 34 Paesi. Le misure di sicurezza anti-camion sono state rafforzate a Madrid e in altre località spagnole, anche con barriere pesanti anti-camion, mentre la Francia ha rafforzato i controlli alla frontiera spagnola. La polizia francese sta indagando sul conducente di un Renault Kangoo bianco che potrebbe essere stato utilizzato da persone coinvolte negli attacchi a barcellona. L'ATTACCO Un van ha percorso a gran velocità e su traiettoria a zig-zag una sezione pedonale della Rambla di barcellona, travolgendo decine di persone. Il conducente è poi fuggito, in un attentato la cui dinamica ricorda precedenti attacchi jihadisti, tra cui quelli del 14 luglio 2016 a Nizza e del 4 giugno scorso a Londra. Ore dopo, a Cambrils cinque terroristi a bordo di un furgone hanno travolto i passanti e li hanno colpiti con asce e coltelli, mentre indossavano false cinture esplosive. La polizia li ha uccisi. Nel primo episodio sono morte 13 persone, nel secondo è morta una donna. I feriti sono in tutto 126, 65 dei quali ancora in ospedale e 17 in gravi condizioni. LE INDAGINI Le autorità lavorano per stabilire i legami tra i due attentati - compiuti a Barcellona e Cambrils con van lanciati a tutta velocità contro la folla e rivendicati dallo Stato islamico - con altri due fatti: l'esplosione di un'abitazione ad Alcanar e un veicolo fuggito da un posto di blocco e in cui è stata poi trovata una persona morta. A questi si aggiungono i controlli, con perquisizioni e arresti a Ripoll. Il capo della polizia catalana, José Luis Trapero, ha dichiarato che gli attentatori preparavano da tempo le loro azioni. La loro base era ad Alcanar, circa 200 chilometri da Barcellona. Lì nella notte tra mercoledì e giovedì si sono verificate due esplosioni, causate da una persona che maneggiava una ventina di bombole di gas e in cui un uomo è morto e sette persone sono rimaste ferite. A quanto emerge la cellula, composta da 12 persone, aveva pianificato un attentato ancora più devastante, con un furgone carico di esplosivo. Solo un errore nella preparazione della bomba ha impedito loro di portare a termine il progetto.

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