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Dopo le minacce, gli arresti: la Libia ferma 800 migranti. Continua la missione italiana in mare

Katia Perrini
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Dopo le minacce di bombardamenti alle navi italiane e le accuse al Nostro Paese di voler minare la sovranità libica, Tripoli si sveglia. La guardia costiera della Libia, infatti, ha fatto sapere di aver "salvato e arrestato" 826 migranti in due operazioni a nord di Sabrata.  I migranti sono di diversa nazionalità: libici, marocchini, tunisina, sudanesi, algerini e poi anche siriani o provenienti da paesi subsahariani. Il portavoce della Marina militare libica, Ayoub Qassem, ha fatto sapere che i clandestini, tra cui anche bambini, sono stati bloccati a bordo di tre gommoni e due barche di legno. Non è specificato dove si trovino ora gli immigrati. Si sa solo che sono stati affidati all'organismo di lotta alla migrazione clandestina. Intanto procede regolarmente, senza alcun problema, la fase preliminare di ricognizione del pattugliatore Comandante Borsinidella Marina militare italiana nelle acque territoriali libiche nel quadro di una misione «bilaterale e su richiesta delle stesse autorità libiche». Lo riferiscono fonti governative, ribadendo che non c'è «alcun sentore di minaccia» concreta. Nonostante le dichiarazioni nei giorni scorsi da parte di esponenti politici libici, dapprima da parte del generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica e rivale del premier libico Fayez al-Sarraj riconosciuto dalla comunità internazionale, e ieri anche da parte del vice presidente del Consiglio presidenziale libico, Fathi Majburi. E con la ricognizione, prosegue anche il confronto con le autorità militari libiche per decidere il quando e il come dell'operatività della missione bilaterale. Questa fase dell'attività - viene spiegato - è finalizzata a individuare l'area di operazione e il naviglio libico da recuperare e porre in condizione di poter operare nei compiti di sorveglianza delle coste e del contrasto al traffico di esseri umani. Successivamente verrà inviata in area una nave-officina della Marina italiana, che appunto - «su richiesta loro e insieme a loro» - provvederà al ripristino operativo delle unità navali libiche, in sostanza quelle della Guardia costiera che poi pattuglieranno l'area interessata. Situazione che viene quindi definita «tranquilla» e senza che si registrino novità rispetto ai piani operativi predisposti alla vigilia della missione bilaterale.

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