Terrorismo, assalto a un ministero: arrestato a Caracas un italiano
Un 25enne italo-venezuelano di origine pugliese è stato fermato a Caracas durante un assalto a un ministero ed e' ora rinchiuso in un posto di comando della Guardia nazionale. La notizia è stata confermata dalla Farnesina che segue da vicino il caso attraverso l'ambasciata. La console Carmen Taschini è in contatto con la famiglia e ha chiesto il permesso di visitare il connazionale. Il fermo di Angel Faria Fiorentini, originario di Molfetta, in provincia di Bari, risale a lunedì scorso ed è avvenuto nella frazione di Chacao. Il giovane, che in Italia studiava canto ma ora lavora come paramedico, sarebbe intervenuto per soccorrere alcuni feriti durante una delle tante proteste contro il presidente, Nicolas Maduro. Con lui sono state fermate altre 23 persone, ufficialmente perchè sospettate di aver preso parte a un assalto alla sede locale del ministero dell'edilizia e al Consiglio nazionale della Magistratura. Uno degli avvocati del giovane, Andres Perillo, ha riferito a Repubblica che durante l'udienza preliminare Angel è stato accusato di terrorismo. "E' una cosa inconcepibile, fuori dal mondo, basata su accuse assolutamente insensate o inventate. Ora Angel rischia tantissimo. Ma è innocente, non ha fatto nulla", ha assicurato. Angel e gli altri giovani fermati nel blitz sono stati mostrati in tv, davanti a un tavolo con sopra quelle che sarebbero le "armi" di cui erano stati trovati in possesso: bottiglie con benzina, caschi, pietre. Il legale ha però negato che l'azione di protesta fosse stata così violenta. Dal primo aprile sono stati 74 i morti nelle proteste contro la decisione di Maduro di indire elezioni per un'assemblea costituente. Intanto Italia e Spagna hanno lanciato un appello al governo venezuelano perché rinunci all'Assemblea costituente. In una lettera aperta, il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, e il collega spagnolo, Mario Rajoy, si sono rivolti a Maduro, ricordando che "la Costituzione del 1999 prevede già i meccanismi utili a individuare una soluzione politica in grado di ricomporre i diversi interessi nel rispetto delle Istituzioni, delle leggi e della sovranità popolare". "Chiediamo che Maduro e il suo governo non reprimano il dissenso, rispettino la separazione dei poteri e la legittimità democratica dell'Assemblea nazionale così come i diritti umani, incluso il diritto a manifestare pacificamente", hanno scritto Gentiloni e Rajoy.