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Bufera Tories in Gran Bretagna, si dimettono due consiglieri della May

La premier Theresa May

Silvia Sfregola
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Il flop alle urne continua a scuotere i Tories. La premier Theresa May aveva scommesso sulle elezioni legislative anticipate per rafforzarsi nel partito e in vista dei negoziati della Brexit, ma ha sbagliato i calcoli. Persa la maggioranza in Parlamento, una volta esclusa la possibilità di dimettersi, è finita al centro delle pressioni interne al partito perché rimuovesse i suoi due stretti consiglieri, Nick Timothy e Fiona Hill. E oggi la loro testa è 'saltata': si sono dimessi esprimendo grande delusione per l'esito del voto. E mentre May tiene colloqui con il partito nordirlandese di estrema destra Dup, con cui spera di far sì che il futuro governo funzioni, centinaia di persone hanno manifestato a Londra contro quest'alleanza. Intanto un sondaggio su ConservativeHome, piattaforma dei conservatori online, rivela che tra gli affiliati del partito il 59,5% crede che May debba rinunciare. Sulle dimissioni dei due capi dello staff di May, i media britannici già in mattinata anticipavano tensioni interne al partito. Dalle file dei conservatori sarebbero infatti arrivate le richieste di 'silurarli', criticandoli per la campagna elettorale in cui hanno avuto un significativo ruolo e minacciando in caso contrario primarie per la leadership Tory. Nella sua dichiarazione di rinuncia, Timothy ha scritto di "accettare la responsabilità per il suo ruolo nella campagna, che era supervisionare il nostro programma politico". Ma l'assunzione di responsabilità non è totale. Hill ha sottolineato che il programma Tory non era il suo "progetto personale", come hanno affermato alcuni media, ma il risultato di "mesi di lavoro" di tutta l'equipe di governo. Per Timothy, inoltre, la chiave della "enorme delusione" dei conservatori non è "la mancanza di appoggio a Theresa May" tra gli elettori, ma "l'aumento insperato dell'appoggio ai laburisti". Pressioni per le dimissioni sono arrivate anche a May, tra cui con la richiesta esplicita di Corbyn, subito dopo il voto. Ma la conservatrice ha annunciato l'intenzione di continuare a guidare il Paese, 'appoggiandosi' al Dup per ovviare alla mancata maggioranza in Parlamento. Il partito unionista ha infatti ottenuto 10 seggi, sufficienti perché sia superata la soglia di 326 (i Tory ne hanno conquistati 318). Il partito nordirlandese Dup è noto per le sue posizioni misogine, omofobe, contrarie ai matrimoni omosessuali, antiabortiste e creazioniste. E per questo centinaia di persone sono scese in piazza oggi a Londra, per manifestare contro l'alleanza. Tra gli slogan sui cartelloni, ""Tory fuori, rifugiati dentro", "Tory fuori, Corbyn dentro" e "Fuori il Dup, razzista, sessista, antigay".

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