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"Tariffe raddoppiate nell'area dell'attentato", bufera su Uber a Londra

Costanza Cerasi
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"Hey @Uber hai veramente intenzione di alzare i prezzi del doppio durante un attacco terroristico a #Londra?? Cadi proprio in basso". Esplode la polemica sul servizio di trasporto automobilistico privato che, poco dopo l'attentato al London Bridge, avrebbe raddoppiato le tariffe speculando sulla sciagura. A denunciarlo sui social sono stati gli utenti che hanno puntato il dito contro l'applicazione mobile e i prezzi stellari chiesti ai clienti. Tom Elvidge, il general manager di Uber a Londra, però ha smentito tutte le accuse. "Appena abbiamo sentito dell'incidente - ha dichiarato in una nota - abbiamo sospeso le tariffe e azzerato i prezzi nelle zone dell'attacco, esattamente come avevamo fatto anche negli attacchi di Manchester e Westminster". Eppure le prime chiamate di emergenza sono state fatte alle 22:08 e Uber si è mobilitata solo alle 22:50. Secondo il Daily Mail sono state proprio le denunce sui social a bloccare lo sciacallaggio. Durante l'attacco sette persone sono morte mentre 48 sono rimaste ferite, alcune in condizioni gravi. "I tre attentatori sono stati uccisi entro otto minuti dalla prima chiamata di emergenza" spiegano le autorità londinesi alla CNN. L'allarme terrorismo è scattato immediatamente e la notizia dell'attentato è stata ampiamente diffusa.

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