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Manchester, nuovi arresti. Polizia: presa gran parte della rete

Silvia Sfregola
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"Immensi progressi nelle indagini", con "arresti e rilievi significativi" che hanno permesso di prendere "una larga parte" della rete di fondamentalisti di cui si ritiene facesse parte Salman Abedi, il 22enne di origini libiche che lunedì si è fatto esplodere alla Manchester Arena al termine del concerto di Ariana Grande, provocando 22 morti e 116 feriti. La polizia britannica, a quattro giorni dalla strage, si dice convinta di avere tra le mani i complici del kamikaze, anche se "ci possono essere persone coinvolte ancora in libertà", ha spiegato Mark Rowley, dirigente dell'antiterrorismo britannica. "Dodici luoghi nella città metropolitana di Manchester sono ancora oggetto di perquisizione e le ricerche continueranno durante il fine settimana", ha rivelato il capo della polizia di Manchester Ian Hopkins. Venerdì è stato arrestato un uomo nell'area di Moss, a Manchester, portando a dieci in totale le persone fermate, due delle quali sono state però rilasciate senza accuse. Secondo il Guardian ci sarebbero anche tre cugini di Abedi tra le persone arrestate. Due di loro, Abderahman Forjani e Abdallah Forjani, avevano un negozio da barbiere, il 'Fade Away' a Moss Side, oggetto di un raid della polizia questa mattina. Emergono anche nuove indiscrezioni sull'attentatore, che avrebbe aperto un conto bancario dodici mesi fa per acquistare i materiali per confezionare la bomba. Per non destare sospetti avrebbe fatto acquisti in due tornate in negozi di fai da te di Manchester, prima di partire per la Libia ad aprile. Il 22enne avrebbe anche parlato al telefono con il fratello, in Libia, 15 minuti prima dell'attacco. "Il livello di allerta terrorismo rimane critico", ha avvisato il ministro degli Interni britannico Amber Rudd. In vista del Bank Holiday, saranno oltre 1300 gli eventi presidiati dalle forze dell'ordine in tutto il Paese. Il dirigente dell'antiterrorismo Mark Rowley ha invitato la popolazione a non rinunciare ai progetti per le feste: "Non possiamo permettere che i terroristi vincano e ci dissuadano dal vivere la nostra vita quotidiana". Già oggi centinaia di turisti hanno assistito al primo cambio della guardia a Buckingham Palace, dopo che la cerimonia era stata sospesa per motivi di sicurezza. Intanto è ripresa anche la collaborazione tra l'intelligence britannica e gli 007 statunitensi, interrotta per l'ira di Londra scattata dopo che dagli Usa erano filtrati prima l'identità del kamikaze e poi alcune immagini e informazioni sull'ordigno utilizzato. "Abbiamo riavviato il processo di condivisione delle informazioni", ha confermato la premier britannica, Theresa May, al termine della prima giornata di lavori al G7 di Taormina. In mattinata il segretario di Stato americano Rex Tillerson, in visita nel Regno Unito, si era assunto a nome di Washington "la piena responsabilità per le fughe di notizie" e si era detto "rammaricato per quanto è successo". Alla ripresa della campagna elettorale, è subito polemica per le parole del candidato laburista Jeremy Corbyn, che ha puntato il dito contro i governi conservatori degli ultimi anni: "La responsabilità dell'esecutivo è di ridurre al minimo" il rischio di attentati e "assicurare che la polizia abbia le risorse necessarie". Il leader laburista ha sottolineato "le connessioni tra le guerre che abbiamo sostenuto in altri Paesi, come la Libia, e il terrorismo in casa nostra". "Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che la guerra al terrorismo non sta funzionando", ha concluso Corbyn.

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