IL BALLOTTAGGIO
Elezioni presidenziali in Francia, urne aperte E Macron denuncia l'attacco hacker
Urne aperte per le presidenziali in Francia. Il silenzio elettorale di ieri in vista del ballottaggio è stato rotto solo dall'eco provocata dall'annuncio, nella tarda serata, di Emmanuel Macron: un "attacco hacker massiccio e coordinato" contro la sua squadra ha portato alla diffusione di "varie informazioni interne (email, documenti contabili, contratti)" sui social media. Nessun commento o dichiarazioni hanno potuto ieri far seguito alle dichiarazioni del candidato di "En marche!". Solo la commissione nazionale di controllo della Campagna presidenziale, dopo una riunione convocata d'emergenza per discutere del cosiddetto "Macronleaks", ha esortato i media a non riferire sui documenti hackerati, invitando anche tutti i cittadini a non diffondere il materiale "in modo da non alterare la trasparenza delle elezioni, non infrangere la legge e non incorrere in un reato penale". Nel frattempo, la macchina elettorale è proseguita. Rinforzate le misure di sicurezza per il voto: 50mila tra poliziotti e gendarmi, oltre a militari dispiegati all'interno dell'operazione anti-terrorismo Sentinelle, sorveglieranno gli oltre 66.546 seggi della Francia metropolitana. Paura astensionismo Ma il grande spettro di queste elezioni resta l'astensionismo. Al primo turno i sondaggi avevano in generale sottostimato la partecipazione al voto (non si era recato alle urne il 22% degli aventi diritto) ma l'eliminazione dal ballottaggio dei principali partiti di governo rischia di generare una disaffezione da parte del loro elettorato. Inoltre, rispetto alle elezioni del 2002, in cui si sfidavano Jean-Marie Le Pen e Jacques Chirac, la presenza di un candidato di estrema destra questa volta non ha provocato una mobilitazione massiccia. Domani, quindi, la partecipazione rischia di essere molto meno importante rispetto al voto dello scorso 23 aprile: secondo gli analisti l'affluenza dovrebbe attestarsi intorno al 76%, sotto di due punti percentuali. Grande vincitore, sempre secondo i sondaggi pubblicati venerdì, risulterà Macron: per Ipsos-Sopra Steria Macron riuscirà a superare Le Pen addirittura con il 63% dei voti contro il 37% della candidata dell'ultradestra. Il Macronleaks L'ira dello staff di Macron è stata scatenata dalla pubblicazione, ieri sera, di migliaia di email, documenti contabili e altri file che risalgono fino al 24 aprile scorso da account di funzionari del movimento e volutamente mischiati a informazioni false. Si tratta di nove gigabyte di dati, pubblicati da un utente che si fa chiamare Emleaks, su una piattaforma usata per condividere documenti in maniera anonima, 'Pastebin'. "I file che circolavano sono stati ottenuti parecchie settimane da hacker in caselle di posta private e pubbliche di diversi leader del movimento", ha fatto sapere il movimento En Marche! in una nota in cui si trova scritto anche che i documenti perduti hanno mostrato solo il normale funzionamento di una campagna presidenziale. "Non è un'operazione hacker semplice, ma un tentativo di destabilizzare le elezioni presidenziali francesi", ha continuato il movimento. L'estrema destra ha colto la palla al balzo per denunciare le verità nascoste e il silenzio dei media sui presunti lati oscuri di Macron. "I Macronleaks insegneranno cose deliberatamente uccise dal giornalismo investigativo?", ha chiesto con un tweet il vicepresidente del Front National, Florian Philippot. La sicurezza Ciò che preoccupa maggiormente le autorità francesi sono i possibili festeggiamenti post-vittoria, soprattutto nella capitale. Oltre ai 50mila tra gendarmi e poliziotti dispiegati in tutto il Paese, a Parigi i 186 collegi elettorali saranno sorvegliati dalla presenza di agenti municipali e di addetti alla sicurezza privata dalle 7 del mattino fino alle 23, secondo quanto ha confermato il vicesindaco Bruno Julliard. A questi si sommeranno i 12mila poliziotti e militari attivi in tutta la città, di cui solo 5mila si dedicheranno integralmente a garantire la sicurezza delle operazioni di voto e garantire l'ordine pubblico.