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Strage di cristiani in Egitto: almeno 45 morti. Papa Francesco conferma il viaggio

Davide Di Santo
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I piani non cambiano, Papa Francesco andrà in Egitto dove ieri un doppio attentato ha fatto strage di cristiani. Gli attentati contro le chiese in Egitto sono "un attacco al dialogo, alla pace" e "un messaggio indiretto a chi governa il Paese, contro la minoranza dei cristiani che in qualche modo, negli ultimi tempi, ha trovato più libertà", ha detto l'arcivescovo Angelo Becciu, numero due della segreteria di Stato vaticana ribadendo che "non c'è dubbio" che Papa Francesco "manterrà il proposito" della visita al Cairo, il 28 e 29 aprile. Religione e terrorismo Becciu parlando al Corriere della sera ha ricordato che "fin dall'inizio dell'apparizione dell'Isis il Papa ha voluto distinguere gli atti di terrorismo compiuti da fanatici esaltati dalla religione in sé" e "si è sempre rifiutato di associare l'Islam come tale al terrorismo".  Stato di emergenza Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha dichiarato ieri sera lo stato di emergenza per tre mesi dopo gli attacchi terroristici nelle città di Tanta e Alessandria e ha annunciato la creazione del Consiglio supremo per la lotta al terrorismo.  Almeno 45 morti e 70 feriti Il doppio attacco ai cristiani copti in Egitto si è verificato mentre i fedeli erano riuniti per celebrare la domenica delle Palme. Due kamikaze si sono fatti esplodere prendendo di mira altrettante chiese a Tanta e ad Alessandria, uccidendo almeno 45 persone e ferendone oltre 70. Lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità degli attacchi, tramite l'agenzia ad esso vicina Amaq che ha parlato di un'azione condotta da un "gruppo di sicurezza appartenente all'Isis". La strage arriva tre settimane prima della prevista visita di papa Francesco in egitto, dove è atteso il 28 e 29 aprile. Durante la messa in vista della Pasqua, davanti a migliaia di fedeli in Vaticano, il pontefice ha condannato gli attacchi e augurato: "Possa il Signore convertire i cuori di chi semina terrore, violenza e morte". Sangue a Tanta Il primo attentato è avvenuto alla chiesa di Mar Girgis a Tanta, secondo fonti di sicurezza citate dai media locali da un attentatore kamikaze che si è fatto esplodere nelle prime file di fedeli durante una funzione religiosa. Tanta si trova a 120 chilometri a nord del Cairo, che assieme ad Alessandria ospita una cospicua rappresentanza di cristiani copti, che in egitto rappresentano il 10% della popolazione. Secondo l'ultimo bilancio del ministero della Salute, i morti sono stati 27, 78 i feriti. Kamikaze ad Alessandria Poco dopo, un altro attentato è seguito alla cattedrale di San Marco ad Alessandria, dove i morti sono stati almeno 18. Anche in questo caso è stato un kamikaze, hanno dichiarato le autorità, il quale non è però riuscito a entrare nella chiesa al cui interno aveva celebrato la messa il papa copto Tawadros II. L'attentatore è stato infatti bloccato da poliziotti e militari addetti alla sicurezza, che non gli hanno permesso di introdursi nell'edificio. Tre membri della sicurezza sono tra le vittime, mentre i feriti sono in tutto 35. Precedenti e minacce Lo scorso 11 dicembre 28 fedeli della minoranza cristiana copta erano stati uccisi in un attentato suicida in una chiesa al Cairo, in un attacco rivendicato dal ramo locale dello Stato islamico. Gli estremisti avevano minacciato: "Che tutti gli infedeli e apostati in Egitto e in ogni luogo sappiano che la nostra guerra contro gli idolatri continua". E a febbraio lo stesso gruppo estremista aveva diffuso un video in cui prometteva che "il peggio" dovesse ancora venire. È dal 2013, dopo il golpe che destituì il presidente islamista Mohammed Morsi, che i jihadisti hanno lanciato un'ondata di violenze contro i cristiani copti in egitto, prendendo di mira soprattutto le loro chiese e sedi.

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