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Nord Corea, Trump pressa la Cina: "Contro Pyongyang faremo da soli"

Il presidente Usa Trump

Silvia Sfregola
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"Se la Cina non risolverà la questione della Corea del Nord lo faremo noi". A pochi giorni dalla visita del presidente cinese Xi Jinping negli Stati Uniti, il presidente Usa Donald Trump lancia un avvertimento a Pechino sulla Corea del Nord. Lo fa in un'intervista rilasciata al Financial Times: "La Cina ha una grande influenza sulla Corea del Nord. Potrà decidere di aiutarci con la Corea del Nord oppure no. Se lo faranno sarà molto positivo per la Cina, e se non lo faranno non sarà un bene per nessuno", ha detto. Alla domanda su che tipo di stimolo possano offrire gli Usa alla Cina, poi, Trump ha risposto: "Il commercio è l'incentivo. È tutta una questione di commercio". L'ipotesi sarebbe dunque quella di usare il commercio come leva per assicurarsi la collaborazione della Cina contro la Corea del Nord, ma Trump suggerisce che gli Usa potrebbero anche decidere di affrontare da soli la questione del programma nucleare e missilistico di Pyongyang se fosse necessario. Xi Jinping è atteso giovedì nella residenza di Trump in Florida, a Mar-a Lago. Ma non è chiaro quanto le dichiarazioni di Trump possano effettivamente influenzare Pechino: la Cina ha adottato misure per fare pressioni economiche sulla Corea del Nord, ma è accorta a non fare niente che possa destabilizzare il Paese rischiando di ritrovarsi milioni di rifugiati al confine. E non è chiaro neanche quali misure gli Stati Uniti potrebbero avviare da soli per arginare, da parte di Pyongyang, lo sviluppo di ulteriori capacità nucleari e di missili con gittata ancora più lunga. Intanto un funzionario dell'amministrazione Usa riferisce che i consiglieri di Trump per la sicurezza nazionale hanno terminato una revisione delle possibilità di Washington per provare a fermare il programma nucleare e missilistico della Corea del Nord: pare che le opzioni individuate siano sì di natura economica e militare, ma tendano di più verso sanzioni e, appunto, pressioni crescente su Pechino affinché ponga un freno al suo vicino. Nonostante l'opzione militare non sia fuori dal tavolo, l'analisi dà la priorità a passi meno rischiosi e "toglie enfasi all'ipotesi di un'azione militare diretta", spiega la fonte, riferendo di non sapere se le raccomandazioni del Consiglio di sicurezza nazionale siano già state inoltrate a Trump. Il nodo centrale, per Washington, sono i timori che Pyongyang possa sviluppare la capacità di lanciare missili nucleari a lungo raggio in grado di colpire gli Stati Uniti. Su questo, tuttavia, i pareri degli esperti sono discordi. Il vice consigliere Usa per la sicurezza, nazionale, K.T. McFarland, secondo quanto riporta il Financial Times ha detto che c'è una "reale possibilità" che la Corea del Nord possa essere in grado di colpire gli Stati Uniti con un missile nucleare entro la fine del mandato di Trump, che dura quattro anni. Ma in genere gli esperti tendono a spostare la tempistica più avanti, a dopo la fine del mandato di Trump. "Le stime tipiche sono che ci vorranno cinque anni o qualcosa del genere", afferma Siegfried Hecker, ex direttore del Los Alamos National Laboratory negli Stati Uniti, esperto del programma nucleare nordcoreano. Già lo scorso 17 marzo Trump aveva puntato il dito contro la Cina a questo proposito: "La Corea del Nord si sta comportando molto male. Si sono presi gioco degli Stati Uniti per anni. La Cina ha fatto poco per aiutare!", aveva scritto su Twitter. Il tutto poche ore dopo le dichiarazioni rilasciate in Corea del Sud dal segretario di Stato americano Rex Tillerson, che durante una visita aveva detto che l'azione militare è un'azione "sul tavolo" per la questione della Corea del Nord, spiegando che la paziente diplomazia dell'era Obama con il programma nucleare di Pyongyang è terminata e "tutte le opzioni sono aperte". Ieri Tillerson ha parlato al telefono con il numero uno della diplomazia cinese, il consigliere di Stato Yang Jiechi, proprio della visita di Xi Jinping e di "altre questioni di importanza bilaterale e regionale", come riferiscono fonti del dipartimento di Stato. Oggi il ministero degli Esteri cinese, parlando della chiamata, riferisce che Yang ha definito l'incontro fra Xi e Trump di "grande valore" per pace, stabilità e prosperità nella regione Asia-Pacifico e nel mondo in generale.

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