Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Via libera ai dazi di Trump, imprese in rivolta

Il presidente Usa Trump

Silvia Sfregola
  • a
  • a
  • a

"Bisogna rinnovare la fiducia nei confronti dell'economia e delle società aperte su cui abbiamo costruito decenni di benessere". Paolo Gentiloni sceglie la platea degli industriali del G7, riuniti a Roma per il "Business summit", per ribadire la necessità "di scelte che non tollerano ambiguità". "Bisogna scommettere ancora - sottolinea il premier - sul libero mercato e la libertà di commercio". Senza, avverte, "non c'è prospettiva di crescita e di sviluppo". Il Governo, assicura rivolgendosi anche a chi, come il numero uno di viale dell'Astronomia Vincenzo Boccia, lo ha duramente contestato per i "gravi errori" commessi su voucher e appalti, con le decisioni che si appresta a prendere, mantiene l'obiettivo di "tenere i conti a posto e contemporaneamente accompagnare e accudire la crescita che è in qualche modo in atto". "Non ci saranno effetti depressivi", ripete. "C'è una specie di crisi di fiducia che attraversa le nostre società e spesso le soluzioni non sono razionali e realiste - ammette - Qualcuno si affanna a proporre illusioni piuttosto che soluzioni ai problemi dei cittadini, non si deve sottovalutare la determinazione e il successo dei maestri dell'illusione". Imprese in rivolta contro "la guerra commerciale" La minaccia che più preoccupa i rappresentanti degli industriali delle 7 più grandi economie del mondo, imprenditori americani compresi, è quella dei dazi da parte degli Usa. "La governance del commercio fa fatica a stare al passo con la globalizzazione ed è minacciata da tendenze protezioniste senza precedenti - avvisano - La frammentazione dei mercati e l'isolamento autoimposto toglie alle società l'opportunità di godere pienamente dei benefici dell'imprenditoria e dell'innovazione, ostacola i processi produttivi interconnessi in tutto il mondo e mette a repentaglio i benefici del commercio globale". Si dice "preoccupata" per l'eventualità che Trump decida di mettere la tax border, cioè la tassa a tutti i beni che sono prodotti fuori dagli Stati Uniti, anche Emma Marcegaglia, presidente di Business Europe. "Sarebbe una dichiarazione di guerra commerciale e sarebbe un punto molto problematico, sarebbe importante non arrivarci". Usa toni leggermente più soft Carlo Calenda. "Qualunque scontro commerciale tra Usa e Ue è pericoloso, ammette il ministro dello Sviluppo economico, ma "non è l'inizio di una guerra commerciale che non farebbe bene a nessuno e sarebbe un segnale negativo". Intanto Trump firma i decreti Intanto il presidente americano Donald Trump annuncia ufficialmente il varo di due decreti che hanno l'obiettivo di "combattere gli abusi commerciali" nei confronti degli Stati Uniti. "Il mio messaggio è chiaro - spiega - da oggi in poi chi viola le regole deve sapere che subirà le conseguenze". Il tycoon firma così i due decreti contro gli abusi commerciali nello Studio Ovale della Casa Bianca. "Con me finirà l'era in cui c'è chi ruba la prosperità dell'America con le politiche commerciali" sottolinea il presidente americano. 

Dai blog