TERRORE IN GRAN BRETAGNA
Attacco a Londra, il killer è Khalid Masood
Si chiama Khalid Mansood l'uomo che ieri ha travolto i passanti sul ponte di Westminster e accoltellato un poliziotto fuori dal Parlamento di Londra, in un attentato costato la vita a tre persone. Ucciso dagli agenti, aveva 52 anni, era un cittadino britannico nato nel Kent, era noto come piccolo criminale ma già oggetto di indagini da parte dei servizi Mi5 per il sospetto di estremismo violento, seppur considerato una "figura marginale". Lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità dell'azione, parlando di "un suo soldato che ha risposto all'appello di attaccare i Paesi che partecipano alla coalizione anti-Isis". Otto le persone arrestate fra Londra e Birmingham nella notte, in cui le indagini non hanno avuto sosta, tutte per sospetta preparazione di attacco terroristico. La premier May: "Il male non vincerà" Intanto, oggi Londra si è subito impegnata a rialzarsi dopo che il suo cuore, simbolo di democrazia, è stato ferito. Una grande folla si è riunita nel tardo pomeriggio a Trafalgar Square per ricordare le vittime, e le autorità intervenute hanno promesso che il terrorismo sarà sconfitto. E in Parlamento la premier Theresa May, ammettendo che altri attacchi sono possibili mentre il livello d'allerta resta "grave" (il secondo per gravità), ha detto: "È con le azioni di normalità che si batte il terrorismo", "il male non ci sconfiggerà". L'attentato e le indagini Un giorno e mezzo dopo l'attentato, resta il cordone di sicurezza attorno al Parlamento, mentre hanno riaperto la vicina stazione della metro di Westminster, lo storico omonimo ponte e le attrazioni turistiche dell'area. In mattinata erano finite le operazioni per ripulire il ponte dalle tracce di sangue, dove l'attentatore a bordo di un'auto affittata ha travolto i passanti sul marciapiede, uccidendone due. Una donna di 43 anni, la britannica di origine spagnola Aysha Fradeb, e un turista statunitense, Kurt Cochran, che era in viaggio per il 25esimo anniversario di matrimonio. L'attentatore ha concluso la corsa della Hyundai grigia contro una cancellata del Parlamento, è sceso con l'intento di entrare nell'edificio e ha accoltellato un poliziotto disarmato che lo ha affrontato. L'agente, Keith Palmer di 48 anni, è morto per le ferite. L'aggressore è poi stato ucciso da altri agenti armati. Altre 29 persone sono rimaste ferite, di cui cinque restano ricoverate in condizioni gravissime e due sono in pericolo di vita. Tra i feriti anche un'italiana che ha subito una operazione chirurgica non importante a una gamba. Un'altra donna, bolognese, sarebbe stata già dimessa. La veglia e il ricordo delle vittime Ieri il Parlamento è rimasto chiuso per cinque ore e i deputati sono tornati oggi alle loro attività. Alle 9.33 hanno rispettato un minuto di silenzio per le vittime, nell'ora scelta perché equivale al numero di matricola dell'agente ucciso. Le bandiere su istituzioni come Downing Street e Scotland Yard sono rimaste a mezz'asta, mentre gli elicotteri hanno continuato oggi a sorvolare l'area del Parlamento e decine di poliziotti erano dispiegati. Alle 19.30 ha poi preso il via la veglia indetta dal sindaco Sadiq Khan a Trafalgar Square, che si è riempita di persone per ricordare le vittime. "Quando i londinesi si trovano di fronte alle avversità si riuniscono", ha detto dal palco il sindaco. È intervenuta anche la ministra dell'Interno, Amber Rudd, che ha promesso: "Sconfiggeremo i terroristi", "lo abbiamo dimostrato stando assieme, andando al lavoro, occupandoci nei nostri normali affari". Il killer è un britannico noto agli 007 L'attentatore, identificato come Khalid Masood, è un britannico di 52 anni, con precedenti penali e possibili legami con l'islam radicale. La premier May, intervenendo in Parlamento prima che il suo nome fosse diffuso, aveva dichiarato che era stato oggetto di indagini da parte dei servizi Mi5 per preoccupazioni sull'estremismo violento, ma era considerato una "figura marginale". Sempre May aveva detto che si riteneva l'assalitore fosse stato ispirato da ideologia islamista. Secondo la polizia, Masood è era noto con diversi alias e non era al momento oggetto di indagini, e non c'erano indicazioni che intendesse compiere un attentato terroristico. Inoltre, non era mai stato condannato per terrorismo, mentre lo era stato per reati come aggressione o possesso di armi.