Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'Olanda nega il comizio al ministro turco Cavusoglu. Erdogan: "Fascisti"

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan

Silvia Sfregola
  • a
  • a
  • a

È crisi diplomatica fra Olanda e Turchia dopo la decisione del governo dell'Aia di vietare l'atterraggio del volo con a bordo il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, che stamattina aveva scelto di partire lo stesso per Rotterdam nonostante gli fosse stato vietato di tenere un comizio in città in vista del referendum costituzionale turco del 16 aprile. Il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, ha reagito paragonando l'Olanda al nazismo; dichiarazioni che il premier olandese Mark Rutte ha definito "folli" e "decisamente fuori luogo". La Turchia, che per bocca di Cavusoglu ha parlato di "scandalo" promettendo conseguenze per l'Olanda, ha convocato l'incaricato d'affari olandese e Rutte, dal canto suo, ha convocato l'ambasciatore della Turchia, facendo sapere che "non cederemo ai ricatti". Intanto a Rotterdam sono state autorizzate per oggi tre manifestazioni, alcune pro e altre contro la visita di Cavusoglu, e il sindaco ha lanciato un appello alla calma: la strada dove si trova la sede del console turco è stata chiusa al pubblico e in città, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa turca Anadolu, proverà ad arrivare via terra la ministra turca della Famiglia Fatma Betul Sayan Kaya, che si trova in Germania per altri incontri. Il tutto in pieno clima elettorale, con l'Olanda che va al voto mercoledì 15 marzo per le elezioni generali dopo una campagna in cui ha giocato un ruolo centrale il sentimento anti-immigrati. Il leader della destra xenofoba Geert Wilders, con il vento in poppa nei sondaggi, che durante la campagna elettorale ha più volte definito Erdogan un dittatore, ha colto la palla al balzo commentando la vicenda su Twitter: "A tutti i turchi in Olanda che sono d'accordo con Erdogan: andate in Turchia e non tornate MAI più!!". Le frizioni con l'Olanda sono cominciate ieri, quando il sindaco di Rotterdam Ahmed Aboutaleb, di origine marocchina, ha fatto sapere che a Cavusoglu non sarebbe stato consentito fare campagna elettorale per il referendum costituzionale durante la sua visita a Rotterdam. Ma stamattina Cavusoglu ha annunciato che sarebbe andato a Rotterdam ugualmente, il che ha fatto pensare che probabilmente avrebbe parlato dal consolato turco: aveva già fatto lo stesso la scorsa settimana in Germania, tenendo un comizio dal balcone del consolato di Amburgo visto che le autorità locali avevano vietato il suo evento. Inoltre, ai microfoni della Cnn Turk, Cavusoglu ha detto: "Se l'Olanda oggi annulla la mia autorizzazione di volo, applicheremo grandi sanzioni". A quel punto è giunto lo stop del premier olandese, Mark Rutte, comunicato su Facebook. Rutte ha vietato l'atterraggio dell'aereo che trasportava Cavusoglu, motivando la scelta con il fatto che la sua visita sarebbe stata una minaccia all'ordine pubblico. "Chi vuole tenere dei raduni è obbligato a seguire le istruzioni delle autorità in modo che ordine pubblico e sicurezza possano essere garantiti", ha scritto il premier, precisando che le minacce di sanzioni politiche ed economiche paventate da Cavusoglu avevano reso impossibile la ricerca di una soluzione ragionevole. La risposta della Turchia non si è fatta attendere: Erdogan ha bollato gli olandesi come residui nazisti e fascisti: "Non conoscono diplomazia o politica. Sono resti nazisti. Sono fascisti". E ha proseguito: "Ascolta Olanda puoi cancellare il volo del nostro ministro degli Esteri quante volte vuoi, ma vediamo adesso come verranno i vostri voli in Turchia". Parole a cui Rutte ha reagito parlando con i giornalisti durante un evento di campagna elettorale: "Capisco che sono arrabbiati, ma questo è stato decisamente fuori luogo", ha detto, definendo il paragone fra olanda e nazismo una "dichiarazione folle". Inoltre Rutte ha avvertito che il suo Paese "non cederà ai ricatti" della Turchia. Poi, tornando sulla decisione di bloccare il voto di Cavusoglu, ha affermato: "Non avevamo altra opzione" perché "i negoziati con le autorità turche sono stati estremamente difficili e non hanno portato da nessuna parte". Ma riconosce che "non è stato facile" prendere questa decisione perché la Turchia "è un alleato della Nato, ma sotto minaccia e ricatto, ovviamente, non si può parlare". L'Olanda non è il primo Paese europeo con cui la Turchia sta avendo tensioni in queste ultime settimane in relazione ai comizi di politici turchi. Eventi politici di campagna elettorale in vista del referendum turco erano già stati bloccati in Germania, Austria e Svizzera. E anche a proposito dello stop in alcune città tedesche Erdogan aveva tirato fuori il paragone con il nazismo, in dichiarazioni rilasciate domenica scorsa.

Dai blog