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Trump la licenzia ma Sally Yates da traditrice diventa eroina

Katia Perrini
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Tranquilla, discreta, elegante: è l'ex procuratore generale ad interim degli Stati Uniti, Sally Yates che si è ribellata al presidente, Donald Trump, per il divieto di ingresso in Usa a rifugiati e immigrati. Bollata dalla Casa Bianca come traditrice, per il resto d'America è diventata subito "un'eroina". Nominata nel 2015 come "numero due" del Dipartimento giustizia dall'ex presidente, Barack Obama, Yates ha inviato nella notte di lunedì un memo agli avvocati del governo per ordinare loro di non difendere nei tribunali il decreto di Trump sui rifugiati, la cui legalità è stata sfidata in vari tribunali del Paese. Una sfida che gli è valsa l'espulsione automatica dall'incarico (è già stata sostituita da Dana J. Boente, che si è subito allineata promettendo di rispettare il decreto) e una dura accusa di tradimento da parte del governo di Trump: "Yates ha tradito il Dipartimento di Giustizia rifiutandosi di rispettare un ordine mirato a difendere i cittadini degli Stati Uniti", ha dichiarato la Casa Bianca. E mentre il governo Trump la bacchettava pubblicamente, qualcuno su Internet ha modificato la sua biografia di Wikipedia introducendo la definizione "eroina statunitense" tra i suoi successi. L'enciclopedia digitale ha poi eliminato la frase, ma il Comitato Nazionale Democratico in un comunicato l'ha definita "l'eroica patriota", ha accusato la presidenza Trump di "tirannia" e di voler "silenziare" la voce discorde del procuratore. Yates, 56 anni, sapeva che il suo gesto le sarebbe costato il licenziamento: ha trascorso il fine settimana riflettendo, poi ha deciso che non poteva tirarsi indietro; e in maniera plateale, nella notte, ha messo fine a 27 anni di servizio nell'amministrazione pubblica, che l'avevano portata a scalare tutti i gradini del sistema giudiziario americano fino ad arrivare alla testa del dipartimento di Stato. 

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