Effetto Trump, Google richiama lo staff in trasferta nei paesi islamici
Primi effetti delle misure dell'Amministrazione Trump su visti e immigrati provenienti da Paesi a rischio terrorismo. Google ha richiamato tutti i suoi dipendenti in missione all'estero che potrebbero essere interessati dal giro di vite sugli ingressi, chiedendo loro di rientrare al più presto negli Usa. È stato "Bloomberg News" a rivelare la nota inviata dall'amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, poche ore dopo la firma di Donald Trump sul suo ultimo decreto presidenziale. "È doloroso vedere il costo personale di questo ordine esecutivo sui nostri colleghi", ha scritto nel memo. "Abbiamo sempre reso pubblica la nostra visione in materia di immigrazione e continueremo a farlo". Nei prossimi tre mesi, gli Stati Uniti non concederanno visti ai cittadini di sette Paesi, tra cui Iran, Iraq e Siria. Le nuove restrizioni potrebbero avere un forte impatto sulle società tecnologiche che reclutano personale qualificato e di talento in tutto il mondo. Una fonte anonima ha spiegato a "Bloomberg" che il timore è che a qualcuno degli uomini di Google proveniente dai sette Paesi all'indice possa essere impedito di rientrare negli Usa, anche se in possesso del visto. Sarebbero più di 100 gli uomini a rischio nello staff del colosso di Mountain View. Le parole di Pichai sottolineano la perdurante tensione tra Trump e i gruppi della Silicon Valley che impiegano nelle loro fila molti immigrati e si oppongono a nuove restrizioni.