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La nuova guerra fredda Usa-Russia Obama espelle 35 diplomaticiPutin non risponde alla provocazione

Katia Perrini
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Non arriva la risposta russa alle nuove sanzioni e all'espulsione di 35 diplomatici ordinate dal presidente Usa Barack Obama, per il sospetto di ingerenze nel voto presidenziale di novembre. Così mentre Obama attacca, Putin fa il superiore e rinuncia a rispondere con la stessa moneta. Niente espulsioni di americani dalla Russia, quindi. Eppure il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov aveva annunciato: «La reciprocità è la legge diplomatica nelle relazioni internazionali. Per questo proponiamo al presidente della Russia di dichiarare persone non gradite 31 funzionari dell'ambasciata Usa a Mosca e altri quattro del consolato Usa a San Pietroburgo». Nel frattempo era stata anche smentita la notizia lanciata nelle prime ore della mattina dalla Cnn, secondo la quale le autorità russe avevano ordinato la chiusura della scuola anglo-americana di Mosca, frequentata da figli del personale diplomatico di Usa, Regno Unito e Canada. Smentita anche la chiusura dell'accesso alla residenza di vacanza dell'ambasciata Usa a Serebryany Bor, vicino alla capitale russa. La Russia "non crerà problemi ai diplomatici americani" e "non espellerà nessuno" in risposta alle sanzioni appena varate dagli Stati Uniti per il presunto coinvolgimento nell'hackeraggio che avrebbe influenzato l'esito delle presidenziali dell'8 novembre: ha detto quindi Vladimir Putin, di fatto respingendo la proposta del suo ministro degli Esteri. Il presidente russo ha peraltro definito "provocatorie" le mosse dell'amministrazione americana uscente, e si è "riservato il diritto di rappresaglia", il cui esercizio sarà subordinato alla valutazione della politica che adotterà il presidente Usa eletto, Donald Trump. E, da parte sua, Trump, ha subito commentato la mossa di Putin con un tweet: «Grande mossa la sua sospensione. Ho sempre saputo che fosse un uomo intelligente». Il presidente eletto, nel pomeriggio aveva già annunciato l'incontro con i vertici dell'intelligence Usa per fare il punto sulle accuse di hackeraggio alla Russia, ma dopo le sanzioni decise da Barack Obama ha invitato a guardare avanti nei rapporti con Mosca. "Nell'interesse del nostro Paese e del suo grande popolo, la prossima settimana incontrerò i leader della comunità dell'intelligence per essere aggiornato sui fatti di questa situazione", ha twittato Trump. "E' tempo per il nostro Paese di procedere verso cose migliori e più grandi", ha aggiunto. Le sanzioni decise dal presidente Obama prendono di mira sia singoli individui che organismi russi: a 35 alti ufficiali di Mosca legati ai servizi segreti sono state date 72 ore per lasciare gli Stati Uniti insieme alle loro famiglie. Colpiti anche l'Fsb, cioè i servizi segreti russi, e il Gru, i servizi militari con quattro alti ufficiali (Igor Valentinovich Korobov, attuale numero uno del Gru, ed i suoi tre vice, Serghei Aleksandrovich Gizunov, Igor Olegovich Kostyukov e Vladimir Stepanovich Aleksev) che avrebbero direttamente ordinato i cyber-attacchi contro il Comitato Nazionale Democratico e altre organizzazioni politiche americane, inquinando le elezioni presidenziali. Trump ha sempre minimizzato sulla questione degli attacchi informatici al Partito democratico, arrivando a insinuare che potrebbero essere partito dagli stessi Stati Uniti, perché basterebbe "un ciccione di 400 chili che gioca a fare l'hacker dalla sua camera da letto". Già quanto era trapelata l'intenzione della Casa Bianca di sanzionare Mosca, non aveva nascosto la sua contrarietà: "Dobbiamo andare avanti con le nostre vite", aveva twittato.

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