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Merkel rieletta presidente del Cdu dice "no" al burqa e all'aumento delle tasse

Katia Perrini
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Undici minuti di applausi e la consacrazione della leadership. Angela Merkel incassa il sostegno del congresso federale della Cdu, ottiene l'appoggio del suo partito e apre la campagna per la conquista del governo di Berlino alle elezioni del 2017. Il congresso di Essen, la stessa città in cui ottenne la prima investitura 16 anni fa, ha rieletto la Merkel alla presidenza per la nona volta con l'89,5% dei voti, una percentuale altissima, anche se più contenuta rispetto al 97% ottenuto due anni fa. La cancelliera, in completo rosso, parla per 75 minuti ai 1001 delegati del partito, promette che in caso di vittoria non alzerà le tasse, al contrario chiederà alle multinazionali che fanno profitti in Germania di contribuire alle finanze dello Stato. Ma soprattutto apre alle richieste dei cristiano-democratici sul fronte più sensibile, su cui probabilmente si giocherà la prossima campagna elettorale, quello dei rifugiati. In tema di immigrazione una mozione approvata ieri sera dalla presidenza della Cdu aveva già costretto Merkel a una serie di concessioni all'ala destra del partito e alla formazione "sorella" della Csu, i cristiano-democratici della Baviera. E infatti la cancelliera, più volte criticata dai suoi stessi compagni di strada per aver sostenuto politiche troppo permissive in materia di accoglienza e che si è sempre rifiutata di stabilire un tetto all'ingresso, dice che non tutti i rifugiati che arrivano in Germania potranno restare e aggiunge che tutte le richieste di asilo saranno esaminate individualmente. L'impegno è quello di lavorare intensamente per integrare chi ha diritto a restare, ma anche di accelerare le espulsioni di invece non ha i requisiti. Nel 2015 la Germania ha accolto oltre 800 mila rifugiati come conseguenza della crisi migratoria, ma "questa situazione non si ripeterà", dice Merkel. "Non tutti potranno restare, ognuna delle domande sarà valutata individualmente e ogni caso sarà risolto". L'applauso più forte che i delegati cristiano-democratici indirizzano alla Merkel però è sul passaggio identitario che la cancelliera dedica al rapporto con l'Islam. "Il velo integrale andrebbe proibito" nei luoghi pubblici in Germania, scandisce la cancelliera, "qui da noi la sharia non ci sarà mai", perché in una società aperta si deve camminare "con il volto scoperto".

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