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Lapo e il finto sequestro, spunta un terzo uomo

Katia Perrini
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A chiamare la famiglia per chiedere il riscatto non sarebbe stato Lapo Elkann ma un terzo uomo. E' l'ipotesi delle ultime ore nell'inchiesta sul finto sequestro a New York del rampollo di casa Agnelli. La voce maschile al telefono non sarebbe quella di Lapo. Ma sull'identità dell'uomo al momento non trapelano indiscrezioni. Nell'appartamento di New York, dove Elkann si è chiuso da giovedì a sabato assieme a un trans a pagamento, probabilmente c'era un amico, o comunque qualcuno a cui Lapo avrebbe chiesto di chiamare i "suoi" per chiedere quei diecimila euro per essere "liberato". I parenti, però, invece di pagare hanno chiamato la polizia e Lapo è stato arrestato con l'accusa di falsa denuncia e poi rilasciato su cauzione.  L'udienza per il processo è stata fissata per il 25 gennaio a Manhattan. Il 39enne imprenditore e creativo, nipote di Gianni Agnelli, dopo il festino col trans a base di alcol e droga, sarebbe già tornato in Italia ma non si sa dove. Vive reclusa in casa, dopo lo scandalo, invece Marie McKinstry, registrata all'anagrafe come Curtis McKinstry. Potrebbe essere chiamata a testimoniare al processo. Lapo rischia fino a due anni di reclusione. 

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