La morte di Fidel Castro raccontata da un italiano a Cuba
L' AVANA Mi sono svegliato e ho trovato un Paese diverso. Fidel Castro era morto nella notte, quando in Italia erano le sette. I nottambuli, tanti miei amici qui a L' Avana, hanno passato la notte in bianco, "vegliando" davanti alla televisione che trasmetteva in continuazione le parole del fratello Raul che annunciava il lutto. La Capitale si è svegliata tranquilla, con la pacatezza di una figlia che a perso il padre dopo una lunga malattia. Un padre che se un merito ha avuto è stato quello di preparare il suo «pueblo» ad affrontare l'abbandono. In strada si è vista poca gente, i nove giorni di lutto nazionale e il sabato che per molti non è lavorativo non hanno invogliato i cubani ad uscire. Molti hanno preferito restare a casa davanti allo schermo della televisione che, a reti unificate, ricorda la storia e le gesta del Lìder Maximo della Revolucion cubana. Un visione interrotta solo dalle telefonate con le quali, amici e parenti, si sono raccontati come hanno appreso la notizia. Null'altro. Anche perché c'è poco da fare fuori dalle mura domestiche. Tutte le attività culturali, così come gli avvenimenti ufficiali sono stati sospesi. L'ambasciata d'Italia nella Capitale ha bloccato tutte le attività della settimana della cultura italiana in corso di svolgimento a Cuba. Anche il seminario sull'immigrazione italiana nell'isola e che radunava la comunità italiana e gli amanti della cultura nella sede del Comitato della Società Dante Alighieri di L'Avana, è stato annullato. Stessa sorte per l'attesissimo concerto del tenore Placido Domingo, previsto per la sera, in via di cancellazione. Uno strano destino. Per il cantante lirico sarebbe stata la prima esibizione della sua vita sul palco dell'Opera cubana. Nel bene e nel male l'uscita di Fidel Castro ha lasciato in tutti un senso di mestizia. I dieci anni di malattia che lo hanno allontanato dalla scena pubblica hanno fatto da filtro, resta il dolore per una perdita attesa ma mai completamente immaginata. Ma già da ora i cubani iniziano a ragionare su quale sarà ora il loro futuro.