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L'assassino confessa: "Ho avuto paura di Pamela e l'ho uccisa"

Pamela Canzonieri

Katia Perrini
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L'omicidio di Pamela Canzonieri, la ragusana di 39 anni uccisa nella sua casa di Morro de Sao Paulo (Bahia, Brasile) il 17 novembre, si arricchisce di nuovi elementi dopo la confessione di Antonio Patricio dos Santos, conosciuto come «Fabricio». Argimaria Soares, commissaria incaricata del caso, ha spiegato che «l'omicida sostiene di aver incontrato la vittima e di aver trascorso la serata in sua compagnia facendo uso di droga insieme. Secondo la sua confessione, avrebbero usato entrambi cocaina, rimanendo fortemente storditi dall'uso di stupefacenti. Ad un certo punto, però, l'omicida sostiene di aver visto Pamela impugnare un coltello e, poiché in preda all'uso di droga, si sarebbe sentito particolarmente minacciato dalla Canzonieri. Riferisce, dunque, di aver reagito sbattendole la testa contro la parete. L'avrebbe infine afferrata al collo e trascinata fino al letto dove ha terminato di strangolarla a mani nude». L'autopsia riporta «morte per asfissia meccanica», ma la ricostruzione di Patricio dos Santos non è al momento verificabile: «L'uomo dice di averle visto un coltello in mano e di essersi spaventato, ma era sotto uso eccessivo di stupefacenti», spiega la Soares. Nella casa della vittima, sarebbe stata rinvenuta una piccola quantità di marijuana per uso personale e un'altra sostanza stupefacente non identificata, poi sottoposta a ulteriori esami. Nel frattempo, gli inquirenti brasiliani sono in attesa che gli esami complementari disposti sul corpo della Canzonieri dicano se anche la vittima aveva fatto uso di droga quella notte. «Siamo in attesa dei risultati tossicologici e dei campioni di dna rilevati», conferma la commissaria. Non è chiaro, però, il motivo per cui Pamela avrebbe consentito all'omicida di entrare in casa sua: «I due non si conoscevano, non c'era una relazione sentimentale, erano vicini di appartamento, ma si limitavano ai convenevoli. Le due case sono attaccate. Quella notte, però, secondo la confessione di Dos Santos, si sarebbero incontrati e deciso di consumare cocaina in compagnia», spiega Argimaria Soares. L'assassino di Pamela Canzonieri, che lavorava come cameriera nel ristorante italiano «Ponto G» dell'isola, era però un elemento pericoloso e noto alle forze dell'ordine. A marzo 2015 era stato arrestato preventivamente con l'accusa di omicidio e traffico illegale di armi da fuoco. Dopo 50 giorni era stato rilasciato dopo la mancata presentazione di una denuncia da parte dei pm brasiliani. A fine luglio 2016, però, era stata chiesta nuovamente una detenzione di 30 giorni. Negli atti Dos Santos era descritto come «pericoloso, in grado di influenzare i testimoni del caso e omicida», oltre a essere coinvolto nel traffico di droga locale. Era stato poi chiesto che la sua detenzione passasse da provvisoria a preventiva, senza una data determinata per il rilascio. Il giudice, però, ne aveva autorizzato il rilascio dopo 30 giorni. L'omicidio di Pamela Canzonieri sarebbe quindi stato evitabile se le autorità avessero esteso la domanda di detenzione preventiva? «Non posso dare questo giudizio di valore, mi limito ai fatti. Dos Santos è stato rilasciato perché sussistevano gli elementi per farlo. Sono stata io stessa ad aver condotto l'altra indagine su Dos Santos per associazione al narcotraffico locale, ma non posso fare questo tipo di valutazioni», ha puntualizzato la commissaria Argimaria Soares. Pamela Canzonieri aveva 39 anni e da circa 5 anni si recava nella località turistica brasiliana per lavorare come cameriera.

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