Isis, arrestato Moez Fezzani "È il reclutatore di jihadisti in Italia"
Il terrorista conosciuto come Abu Nassim catturato in Sudan. Era stato condannato definitivamente nel 2014
Catturato in Sudan uno dei maggiori esponenti dello Stato islamico, un jihadista di origine tunisina ma di azione globale, che aveva fatto dell'Italia una delle sue basi. Moez Fezzani, conosciuto come Abu Nassim è stato arrestato. Il terrorista tunisino era ricercato in base a un mandato di cattura internazionale dopo la condanna definitiva a 5 anni e 8 mesi, emessa dalla Procura Generale della Repubblica di Milano per associazione per delinquere con finalità di terrorismo. L'uomo avrebbe fatto parte tra il 1997 e il 2001 di una cellula del "Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento" con base a Milano che reclutava uomini da inviare nei Paesi in guerra. Nel 2014 era stato condannato definitivamente; poi nel 2012 era stato assolto in primo grado ed espulso dall'Italia. Già tre anni fa, nel 2013, Al Fezzani appariva tra i 25 individui che l'intelligence italiana dava come combattenti in Siria, tra le fila dell'Isis. Le sue radici jihadiste, però, affondano ancor più nel passato, toccano l'Afghanistan e l'organizzazione di Osama bin Laden, al Qaeda, alternano prigionie a Bagram, sempre in Afghanistan, Guantanamo e pure nel nostro Paese. Le prime notizie italiane di Fezzani si hanno all'inizio degli anni 2000, quando l'uomo aveva una trentina d'anni, per procedimenti penali riguardanti la falsificazione di documenti. Al tempo, gli inquirenti parlavano di vicinanza con ambienti salafiti. L'estremista, già allora un jihadista globale, aveva deciso di combattere in Afghanistan. Fu catturato dagli americani a Peshawar, nel vicino Pakistan. Prima fu incarcerato a Bagram, quindi trasferito a Guantanamo. Dopo una decina d'anni, il ministro della Giustizia degli Stati uniti, Eric Holder, chiese al suo omologo italiano, al tempo Angelino Alfano, di prendersi in carico l'estremista. Nel 2009 Fezzani venne trasferito in Italia dove restò in carcere fino al 2012. A quel punto però il Tribunale di Milano sorprese molti con un'assoluzione: l'uomo veniva considerato un ideologo, non un combattente. A questo punto, il ministero dell'Interno decretò comunque l'espulsione di Fezzani, assolto dalla giustizia ma considerato comunque pericoloso. E in Tunisia, nel 2013, tornò di nuovo a piede libero. Poi la partenza per la Libia e la Siria. Avrebbe avuto un ruolo nell'attentato contro il museo del Bardo nella capitale tunisina e, secondo alcune indiscrezioni l'estremista avrebbe avuto un ruolo anche nel sequestro in Libia dei quattro tecnici italiani Gino Pollicardo, Filippo Calcagno, Salvatore Failla e Fausto Piano.