BUFERA SU ELEZIONI USA
Nuova tegola per Clinton: Fbi riapre indagine su email
Terremoto negli Stati Uniti a 11 giorni dalla elezioni presidenziali. L'Fbi ha annunciato in una lettera al Congresso la riapertura delle indagini sul caso delle e-mail e dei server privati utilizzati da Hillary Clinton quando era segretaria di Stato. Una tegola sulla candidata democratica che, in vantaggio da giorni, vede rallentare la sua corsa alla Casa Bianca. Un assist invece per il rivale repubblicano Donald Trump che esulta e parla di un "grande giorno perché finalmente è fatta giustizia". L'INDAGINE In questa inchiesta che l'Fbi precisa non essere collegata a quella chiusa a luglio, in cui il caso era stato archiviato, clinton si trova coinvolta suo malgrado a causa del ritrovamento da parte del Bureau di nuove email "mentre indagava sullo scambio di immagini a sfondo sessuale da parte di Anthony Weiner, il marito della braccio destro di Hillary, Huma Abedin", come si legge nel testo inviato al Congresso dal direttore del Bureau, James Comey. Da qui, la riapertura delle indagini "per controllare nuove mail dell'allora segretaria di Stato con l'obiettivo di verificare se contengano materiale classificato". Nella lettera infatti, lo stesso Comey mette le mani avanti: non si sa ancora se questo materiale sia significativo o compromettente per clinton, o se vi sia davvero materiale 'classified', segreto, che non sarebbe dovuto circolare. Non precisato neanche quanto tempo ci vorrà per determinare la rilevanza delle email trovate. Come spiega il New York Times, che cita fonti ufficiali non identificate, le 'migliaia' di email sono state rinvenute in seguito al sequestro di dispositivi elettronici appartenenti all'aiutante di clinton, Huma Abedin e del marito Anthony Weinern nell'ambito dell'inchiesta che vede indagato lo stesso Weiner per 'sexting' con una 15enne in North Carolina (Abedin, una dei più stretti collaboratori di clinton ha chiesto il divorzio il 29 agosto a causa dello scandalo). La campagna di Hillary clinton ha chiesto al direttore dell'Fbi di rivelare "immediatamente" i dettagli delle nuove email. "Il direttore dell'Fbi deve rendere pubblico immediatamente il contenuto di questa lettera inviata a otto presidenti dei Comitati repubblicani. È straordinario che vediamo qualcosa di simile a soli 11 giorni da un'elezione presidenziale", ha dichiarato il capo della campagna John Podesta. Secondo fonti citate dai media Usa, l'Fbi non poteva fare comunque altrimenti, pena far fronte ad eventuali accuse di insabbiamento una volta venuta fuori la vicenda. Non poteva aspettare insomma, anche a pochi giorni dal voto, anche nella consapevolezza che per venirne a capo ci vorrà del tempo. "È un grande annuncio. Ho grande rispetto per il fatto che l'Fbi e il Dipartimento di Giustizia stiano ponendo rimedio a tutti gli orribili errori fatti" nelle indagini sulle e-mail di clinton. Non è lasciato scappare l'occasione Donald Trump che durante un comizio a Manchester in New Hampshire ha ribadito come "finalmente giustizia sarà fatta". E la manager della sua campagna elettorale, Kellyanne Conway, twitta subito: "E' un grande giorno". Silenzio invece dalla stessa Hillary che nel suo intervento elettorale in Iowa non fa alcun accenno alla vicenda. In effetti, la candidata e lo staff non sapevano nulla e hanno appreso della riapertura delle indagini quando la notizia è stata pubblicata. Anche la Casa Bianca non era a conoscenza. "Non eravamo stati avvisati", ha precisato il portavoce della Casa Bianca, Eric Schultz, in viaggio con il presidente Barack Obama verso Orlando, in Florida, per un evento legato alla campagna elettorale a favore di clinton. Schultz ha precisato che questa nuova indagine non ha influenzato il sostegno di Obama alla candidata democratica. Lo scandalo delle email era scoppiato nel 2015 quando i media rivelarono che, durante i suoi quattro anni nel Dipartimento di Stato, clinton usò in ogni momento un account di posta personale per le sue comunicazioni con un server privato. L'ex First lady ha poi ammesso che "sarebbe stato più intelligente usare un account ufficiale" nel corso delle oltre tre ore di interrogatorio nel quartier generale dell'Fbi nel luglio scorso quando aveva consegnato circa 55mila pagine di email legato al suo impiego come segretaria di Stato perchè fossero pubblicate. Ma il caso aveva sollevato dubbi sul fatto che informazioni segrete del governo furono usato indebitamente su un account personale. Il Dipartimento di Stato aveva identifica altre 2.100 email con informazioni confidenziali, assicurando comunque che molte di loro non erano considerate 'classified', segrete, al momento dell'invio. A luglio l'Fbi aveva poi di fatto archiviato il caso e, pur criticando la grave negligenza dell'allora segretaria di Stato per l'uso di un server privato, aveva escluso responsabilità penali.