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"Dio sogna l'unione tra uomo e donna"

Papa Francesco celebra la messa nella Basilica di San Pietro

Il Papa: "Matrimonio spesso ridicolizzato ma si desidera l'amore autentico. La Chiesa accoglie tutti perché se ha le porte chiuse tradisce se stessa"

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«Ecco il sogno di Dio per la sua creatura diletta: vederla realizzata nell'unione di amore tra uomo e donna; felice nel cammino comune, feconda nella donazione reciproca». L'omelia di Papa Francesco durante la S. Messa celebrata a S. Pietro con i 270 padri che da oggi inizieranno la discussione nell'Assemblea del Sinodo sulla famiglia è stata chiarissima, come del resto lo era il Vangelo della domenica, che per singolare coincidenza parlava proprio del matrimonio e del divorzio. «È lo stesso disegno che Gesù nel Vangelo di oggi riassume con queste parole - ha detto Francesco - "Dall'inizio della creazione Dio li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne"». Divorzio e omosessualità, due temi al centro del dibattito nella Chiesa e non solo, anche alla luce dell'outing di mons. Charamsa. Già queste parole di Gesù dovrebbero bastare a quanti sostengono che nella Bibbia non si parla mai di omosessualità. Il comando di Cristo, che richiama la Genesi, è inequivocabile. «Gesù - ha proseguito il Papa - di fronte alla domanda retorica che Gli è stata fatta – probabilmente come un tranello, per farLo diventare all'improvviso antipatico alla folla che lo seguiva e che praticava il divorzio come realtà consolidata e intangibile –, risponde in maniera schietta e inaspettata: riporta tutto all'origine, all'origine della creazione, per insegnarci che Dio benedice l'amore umano, è Lui che unisce i cuori di un uomo e una donna che si amano e li unisce nell'unità e nell'indissolubilità. Ciò significa che l'obiettivo della vita coniugale non è solamente vivere insieme per sempre, ma amarsi per sempre! Gesù ristabilisce così l'ordine originario ed originante». Matrimonio indissolubile. Francesco non lo aveva mai messo in dubbio ma se qualcuno duro d'orecchi all'interno della Chiesa finora ha finto di non capire, ora non può più accampare scuse: «Per Dio il matrimonio non è utopia adolescenziale, ma un sogno senza il quale la sua creatura sarà destinata alla solitudine! Paradossalmente - ha ammonito il Pontefice - anche l'uomo di oggi – che spesso ridicolizza questo disegno – rimane attirato e affascinato da ogni amore autentico, da ogni amore solido, da ogni amore fecondo, da ogni amore fedele e perpetuo. Lo vediamo andare dietro agli amori temporanei ma sogna l'amore autentico; corre dietro ai piaceri carnali ma desidera la donazione totale». Francesco ha anche disegnato quello che deve essere il ruolo della Chiesa in questo disegno divino chiamato a confrontarsi con «un mondo globalizzato dove vediamo tante abitazioni lussuose e grattacieli, ma sempre meno il calore della casa e della famiglia; tanti progetti ambiziosi, ma poco tempo per vivere ciò che è stato realizzato; tanti mezzi sofisticati di divertimento, ma sempre di più un vuoto profondo nel cuore; tanti piaceri, ma poco amore; tanta libertà, ma poca autonomia». Un mondo in cui «l'amore duraturo, fedele, coscienzioso, stabile, fertile è sempre più deriso e guardato come se fosse roba dell'antichità» al punto «che le società più avanzate» sembrano «proprio quelle che hanno la percentuale più bassa di natalità e la percentuale più alta di aborto, di divorzio, di suicidi e di inquinamento ambientale e sociale». Secondo il Papa, «la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella fedeltà, nella verità e nella carità». Una sorta di traccia di lavoro per i padri sinodali: prima di tutto, occorre difendere «l'amore fedele e incoraggiare le numerosissime famiglie che vivono il loro matrimonio come uno spazio in cui si manifesta l'amore divino; la sacralità della vita, di ogni vita; l'unità e l'indissolubilità del vincolo coniugale come segno della grazia di Dio e della capacità dell'uomo di amare seriamente». Poi la verità «che non si muta secondo le mode passeggere o le opinioni dominanti»: la dottrina, che deriva dalle parole immutabili di Cristo, non può essere modificata a piacimento. Infine, la carità perché la Chiesa «non punta il dito per giudicare gli altri, ma – fedele alla sua natura di madre – si sente in dovere di cercare e curare le coppie ferite con l'olio dell'accoglienza e della misericordia». Con lo spirito del Buon Samaritano, che si piega verso quanti sono feriti e soli. «Una Chiesa con le porte chiuse tradisce sé stessa e la sua missione, e invece di essere un ponte diventa una barriera». Perché, ha detto Francesco citando S. Giovanni Paolo II, «l'errore e il male devono essere sempre condannati e combattuti; ma l'uomo che cade o che sbaglia deve essere compreso e amato».

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