Ramadan, inizia il mese di digiuno per i musulmani
Trenta giorni dedicati a digiuno, preghiera e opere di carità
Nonostante quello che scriveva Ambrose Bierce nel suo “Dizionario del diavolo” nel 1911:« Allah. L'ente supremo dei maomettani, da non confondersi con quello dei cristiani, degli ebrei, eccetera» la fede in questa religione non è mai venuta meno. E per circa 400 milioni di musulmani inizia domani il mese del digiuno: il Ramadan. Al tramonto di domani, all'apparire della prima falce della Luna nuova, o rukyah, si comincia il mese sacro nel quale si digiuna, si prega, si compiono opere di carità, si perdona. L' inizio non è lo stesso in tutto il mondo, perché è legato a quando si vede la Luna crescente del primo giorno del nono mese del calendario islamico. Terminerà con la Luna nuova del 27 luglio. Il mese sacro di quest'anno sarà anche il più duro da 30 anni, con un periodo medio di astinenza da cibo e acqua di quasi 16 ore. I musulmani commemorano il momento in cui Allah rivela a Maometto i primi versetti del Corano, inviando sulla terra l'arcangelo Gabriele. Come ha spiegato Jorge Luis Borges in “Altre inquisizioni”: «Per i musulmani, il Corano, chiamato anche Il Libro, Al Kitab, non è una mera opera di Dio, come le anime degli uomini o l'universo; è uno degli attributi di Dio, come la Sua eternità o la Sua ira». Ogni persona che ha superato l'età della pubertà ed è mentalmente e fisicamente sana è obbligata a digiunare. Ma chi è in cucina è autorizzato ad assaggiare i cibi per sentire se sono salati o speziati al punto giusto. Il digiuno è uno degli aspetti cruciali del Ramadan ed è uno dei cinque pilastri (doveri) dell'islam. La sua istituzione risale al secondo anno dall'"egira" (622 d.C.). Il periodo corrisponde alla fuga di Maometto dalla Mecca all'oasi di Yathrib poi rinominata Medina (Madinat al Nabi, città del profeta), per sfuggire dall'ostilità delle tribù che vedevano nel leader e nei suoi seguaci un minaccia per i loro interessi. Egli istituì il digiuno per far crescere i propri adepti nello spirito e nella morale, ricordando in questo modo coloro che non hanno nulla da mangiare. Per tradizione il digiuno quotidiano comincia nel momento in cui si riesce a distinguere un filo bianco da un filo nero. Nei villaggi e nelle città esso è annunciato dal muezzin che chiama tutti alla preghiera dell'Al Fajr (preghiera del mattino). Il digiuno termina al tramonto con l'Al - Magrib (preghiera del tramonto) che dà il via all'iftar la cena da condividere insieme a tutta la famiglia. Ma anche questo periodo non è esente da critiche e polemiche, come rivela l'agenza Fides. Sul Kuwait Times uno studioso islamico lamenta che il mese di digiuno, carità e solidarietà con i poveri «purtroppo è diventato un pretesto per un consumo eccessivo». «Quasi tutti i supermercati e le cooperative hanno lanciato promozioni per il Ramadan» ed «è uno spettacolo comune vedere acquirenti spingere carrelli che gemono sotto il peso di prodotti alimentari che non potranno mai essere consumati». A conferma della piega consumista della festività, che avrebbe preso piede anche in Medioriente, in Arabia Saudita una catena di supermercati, la Lulu Hypermarkets, ha lanciato una mega-promozione che ha in palio anche cinque automobili, oltre a televisori, tablet e telefoni cellulari. E nei giorni scorsi è apparsa la notizia che i residenti di Jeddah stanno facendo scorta di datteri, in previsione degli aumenti di prezzi che accompagnano il mese sacro. Durante il Ramadan sono esentati dal digiunare: le persone con problemi psicologici, i bambini sotto l'età della pubertà, gli anziani, i malati, i viaggiatori e le donne incinte, che allattano, o appena entrate nel ciclo mestruale. Come esercizio, molti genitori fanno osservare ai bambini un digiuno veloce: mezza giornata. Nella logica del perdono si pone invece l'iniziativa degli Emirati di liberare 147 carcerati, imprigionati per vari reati. Certo non è sempre rosa e fiori il rapporto dell'Islam con i suoi fedeli come spiega Ayaan Hirsi Ali in “Non sottomessa”: «Il musulmano ha con il suo Dio un rapporto basato sulla paura. Per il musulmano il concetto di divinità è assoluto. Il nostro Dio pretende una sottomissione completa. Ti premia se rispetti le Sue regole fino nei minimi dettagli. Se le infrangi invece ti punisce duramente sia in terra, con malattie e catastrofi naturali, sia nell'aldilà, con il fuoco dell'inferno». Ma il mese sacro è un periodo per compiere buone azioni evitando tutto ciò che dispiace ad Allah. Si può purificare l'anima e chiedere perdono a coloro che si sono offesi. In questi giorni, infatti le porte dello Jannah (il Paradiso) sono aperte e quelle dello Jahannum (il fuoco infernale) sono chiuse. Si ringrazia Allah per tutte le benedizioni che ha dato e per fare la carità a coloro che non sono così fortunati. Anche per questo, durante questo mese, sono molti i musulmani che si recano a la Mecca per la Umrah, il pellegrinaggio. Quest'anno, nella Grande moschea della Mecca sono quasi giunti al termine i lavori per l'ampliamento della "mataf" l'area intorno alla "Casa di Dio" che potrà accogliere 130mila pellegrini l'ora, invece dei 50mila attuali. E per non farsi mancare proprio niente è stato quasi completato un sistema per il quale alla Grande Moschea della Mecca ogni utente di smartphone può scaricare il Corano in 72 diverse lingue. Il Ramadan, infine, ha anche effetto sui social media. Uno studio ha dato dimostrazione di come durante questo mese l'uso di Facebook e Twitter aumenti di un terzo. Molti dei messaggi hanno contenuto spirituale.