Da nord a sud in piazza per sostenere i marò

«Tenere alto il livello mediatico della vicenda marò»: in tanti insistono su questo punto perché le istituzioni indiane sentano la voce degli italiani, che grida di rimandare a casa i due fucilieri di marina arrestati per aver svolto una missione internazionale antipirateria. E a «tenere alta la guardia» ci pensano le tante manifestazioni in programma: come il presidio sotto la prefettura di Genova in Largo Lanfranco. Questa mattina un nutrito numero di persone, che sventolavano le bandiere della Marina e il Tricolore, hanno animato la manifestazione «Quattro passi per i marò», per sensibilizzare le istituzioni sul caso dei fucilieri. Uno degli organizzatori del presidio con megafono ha chiesto una maggiore presenza delle istituzioni per sostenere i marò. L’altro giorno a Roma invece gli attivisti di Riva destra hanno simbolicamente «chiuso» l’ambasciata indiana. «Abbiamo consegnato all’ambasciatore indiano un cartellino rosso per "espellerlo" simbolicamente dall’Italia fino a quando i marò non saranno rientrati e, analogamente, con delle catene abbiamo tentato di sigillare l’ambasciata: sul nostro striscione la scritta "Riportiamo a casa i marò", con un tricolore come firma», hanno dichiarato gli attivisti dell’associazione culturale che ha dimostrato davanti all'ambasciata indiana di Roma, con la presenza del consigliere regionale del Lazio, Fabrizio Santori, presidente onorario di Riva destra, e di Fabio Sabbatani Schiuma con Alfio Bosco, rispettivamente segretario nazionale e portavoce. «Siamo stufi - hanno comunicato - di questa continua umiliazione ai nostri marò e all’Italia intera: erano in missione per difendere il mare dai pirati, ma sono sequestrati da due anni senza che neanche vengano formulati i capi d’accusa e sulla loro pelle s’inscena ora in India un macabro balletto elettorale, fatto di rinvii, minacce e smentite». «Anche la politica italiana - hanno aggiuto Santori, Sabbatani Schiuma e Bosco - e i governi succeduti, non sono stati capaci, se non di ordinare un blitz per liberarli, che di sole chiacchiere, compresa la spedizione dei parlamentari, in viaggio a spese nostre per farsi fotografare senza neanche ottenere un incontro istituzionale. È ora di sospendere ogni rapporto commerciale e diplomatico con l’India». (foto Andrea Panegrossi GMT)