Amnistia, Putin scarcera le Pussy Riot
Le due componenti delle Pussy Riot Nadia Tolokonnikova e Maria Alyokhina sono state scarcerate beneficiando dell'amnistia voluta dalla Duma, il provvedimento che aveva già permesso la scarcerazione degli attivisti di Greenpeace, tra cui l'italiano Cristian D'Alessandro. La loro liberazione arriva inoltre poco dopo la grazia con la quale il Cremlino ha rimesso in libertà l'ex oligarca Khodorkovski. Alekhina e Nadejda Tolokonnikova, che erano state condannate a due anni di carcere dopo aver cantato una preghiera punk anti-Putin nella cattedrale di Cristo il Salvatore a Mosca, avrebbero dovuto uscire dal carcere a marzo prossimo. La Duma di Stato ha approvato all’unanimità il 18 dicembre il testo dell’amnistia, dedicata al 20esimo anniversario della Costituzione della Federazione Russa. «Non so quali siano adesso i suoi progetti», ha detto l’avvocato, precisando che Maria Alekhina è stata accompagnata in un’auto del penitenziario direttamente verso la stazione in assenza dell’avvocato «sicuramente per evitare l’attenzione mediatica». La ragazza però, raggiunta al telefono dal canale televisivo russo Dozhd, ha spiegato che reputa il gesto della Duma una «farsa» : «Se fosse possibile rifiutare l’amnistia, l’avrei fatto personalmente, perché non credo sia un atto umanitario, ma una trovata pubblicitaria». E ha aggiunto: «Dedicherò la vita a difendere i diritti umani».