Sudan del Sud, assaltata base Onu
Persi i contatti con il personale umanitario. Si contano centiania di vittime nella guerra civile che infiamma il paese
E' alta guerra civile nel Sudan del Sud. Miliziani armati della etnia Lou Nuer sono entrati nella base Onu di Akobo. Le Nazioni Unite hanno perso i contatti con la base della missione di peacekeeping. Lo annuncia il vice segretario generale dell'Onu Jan Eliasson, spiegando di avere avuto informazioni che ci sono vittime nell'assalto compiuto dagli uomini fedeli all'ex vice presidente Riek Machar. "La nostra base ad Akobo, nello Stato di Jonglei, è stata attaccata e abbiamo notizie che delle vite sono andate perdute. Non abbiamo dettagli in merito", ha riferito Eliasson ai giornalisti. Il portavoce dell'Onu Farhan Haq ha invece dichiarato che "la situazione a Jonglei è deteriorata. Ad Akobo, dove i civili sono rifugiati, i giovani di etnia Nuer hanno fatto irruzione nella base UNMISS per cercare questi civili". Haq ha aggiuntto che "la missione Onu in Sud Sudan (UNMISS) cercherà di tirare fuori il personale Onu disarmato inviando domani 60 truppe da Malakal". L'obiettivo dell'attacco potrebbero essere proprio i civili che hanno cercato rifugio nella sede delle Nazioni Unite, aggiungendo di aver capito che coloro che hanno trovato riparo sono di etnia Dinka, la stessa alla quale appartiene il presidente Salva Kiir. Gli scontri nel paese africano hanno causato centinaia di vittime (l'Onu ha parlato di 500 morti e 800 feriti). Mercoledì è scattato immediato l'ordine di evacuazione per gli italiani presenti, soprattutto operatori umanitari, disposto dal ministro degli Esteri Emma Bonino, come dai governi statunitense, britannico e norvegese per le rispettive comunità.