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«L'incontro tra Francesco e Kirill va preparato con cura»

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Il metropolita Hilarion a margine del convegno sulla famiglia tra ortodossi e cattolici: «Non sono maturi i tempi per una visita del Papa a Mosca. Siamo rimasti tutti sconvolti dalla rinuncia di Benedetto ma i passi del nuovo Pontefice sono significativi»

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«No, i tempi per una visita del Papa a Mosca non sono ancora maturi». Il metropolita di Volokolamsk, Hilarion, ribadisce a margine del convegno «Ortodossi e Cattolici insieme per la famiglia» organizzato dal Pontificio consiglio per la famiglia, che il sogno di vedere il capo della Chiesa cattolica in Russia per ora è destinato a rimanere tale. Ma «c'è la possibilità di un incontro tra Papa Francesco e il patriarca Kirill - ha confermato - Stiamo andando verso questo incontro che però deve essere preparato con molta cura. E non mi riferisco al protocollo ma ai contenuti». Il metropolita, autentico «ministro degli esteri» della Chiesa russa, ne ha parlato nel suo colloquio con il Pontefice martedì. Come è stata accolta in Russia l'elezione di Francesco? È cambiato qualcosa nei rapporti tra le Chiese rispetto ai pontificati precedenti? «È un affare interno della Chiesa cattolica - risponde Hilarion - quindi non posso dire come il popolo russo ha appreso dell'elezione di Francesco. Devo dire però che all'inizio siamo rimasti tutti sconvolti dalla rinuncia di Benedetto XVI perché non solo per i cattolici ma anche per gli ortodossi ha avuto un atteggiamento molto positivo. I primi passi di Francesco però sono stati molto significativi». In particolare? «Si considera vescovo di Roma - spiega il metropolita - È molto vicino al popolo; dedica molta attenzione al lavoro sociale, aiuta i poveri. Inoltre abbiamo ascoltato con grande attenzione le sue parole sulla Chiesa ortodossa». Sono passi che avvicinano le due Chiese? «Sì ma non facciamoci troppe illusioni sulla possibilità di superare le differenze esistenti - avverte Hilarion - perché le divisioni tra cristiani d'Oriente e d'Occidente esistono ormai da quasi mille anni. Tuttavia abbiamo molti argomenti per un lavoro congiunto. E cercheremo di sviluppare collaborazioni nei vari settori». La famiglia, al centro del convegno, ne è un esempio. «Se la famiglia è in crisi, è in crisi la società - ha detto ancora il vescovo ortodosso - Abbiamo la stessa visione di unione tra un uomo e una donna con il fine di generare figli. Non vogliamo discriminare i gay ma si tratta proprio di una cosa diversa. Se si distrugge la famiglia si distrugge lo Stato». Poi, nel corso della sua relazione, Hilarion ha difeso la legge che vieta la propaganda omosessuale tra i minorenni voluta da Putin: «La vita di famiglia viene scambiata con forme di unioni di fatto senza alcun impegno. Viene distrutto il concetto stesso di famiglia. Nelle unioni gay il bambino (adottato, ndr) diventa un oggetto. È un nuovo punto di vista sull'uomo: diventa un oggetto per soddisfare i propri bisogni. E questo fa paura». «È giunto il momento, per cattolici e ortodossi - ha concluso Hilarion - di unirci, di fare sforzi congiunti per proteggere la famiglia». Gli ha fatto eco il presidente del Pontificio consiglio, mons. Paglia, che ha annunciato una nuova tappa a Mosca di questo rinnovato dialogo: «Deve nascere un'alleanza tra chiesa domestica e chiesa cittadina per evitare che la famiglia venga travolta dal tifone della cultura individualista. Un vescovo una volta mi disse che la famiglia è la Caporetto della Chiesa. Gli risposi che invece è più forte delle decisioni di certi politici o delle divagazioni di alcuni teorici. Sta a noi, però, tradurre in termini pratici questa voglia di riscossa».

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