Tifone Haiyan: mancano contatti con alcuni italiani
Lo ha annunciato l'ambasciatore a Manila. Intanto la tempesta è arrivata in Vietnam con venti a oltre 100 km orari. Sei persone sarebbero morte durante i preparativi per il passaggio del tifone. Nelle Filippine un segnale di speranza: una bambina nata nell'aeroporto trasformato in ospedale di fortuna
La Farnesina aveva escluso che ci fossero italiani nella zona delle Filippine colpita dal devastante tifone Haiyan ma l'ambasciatore italiano a Manila Massimo Roscigno ha appena detto che «ci sono alcuni connazionali di cui non abbiamo ancora notizie e che non riusciamo a contattare. Di alcuni sappiamo esserci probabile presenza in quelle zone ma ancora non abbiamo avuto modo di contattarli, perché i collegamenti sono interrotti, ed è difficile raggiungerli». Dopo aver seminato morte e devastazione nelle Filippine, il tifone è arrivato in Vietnam accompagnato da venti a oltre 100km orari. Sradicati alberi, divelti tetti di centinaia di case ma per fortuna ha risparmiato il Paese dalla devastazione seminata nell'arcipelago delle Filippine, dove si teme abbia ucciso più di 10.000 persone e distrutto interi villaggi. La tempesta si è infatti indebolita significativamente. Haiyan ha toccato terra nel Vietnam settentrionale vicino al confine con la Cina nella baia di Ha Long. Allagamenti nella capitale Hanoi, molte case nelle province settentrionali sono state danneggiate e nella baia di Ha Long varie strade sono state inondate dalla crescita del mare aumentato di oltre mezzo metro. Secondo le autorità non ci sono state vittime, anche se i media locali hanno riferito di 6 persone morte mentre si facevano i preparativi per affrontare il tifone, che in Vietnam ha costretto oltre 600mila persone, nella zona litorale centrale e settentrionale del Paese, a lasciare le proprie case. In Cina almeno due persone sono morte e cinque sono disperse dopo che una nave ormeggiata nell'isola Hainan è stata trascinata al largo dalle onde e dai venti del tifone. I tentativi di salvare l'equipaggio sono stati impediti dalle condizioni meteorologiche, che hanno costretto a rientrare le squadre di soccorso intervenute con imbarcazioni ed elicotteri. Intanto tra le macerie di una delle città filippine più gravemente danneggiate dal passaggio del tifone Haiyan è venuta alla luce anche una «bimba del miracolo». La piccola è nata in una struttura di un aeroporto devastato trasformato in ospedale improvvisato, in un letto fatto di legno compensato, in mezzo a sporcizia, vetri rotti, lamiere contorti e ogni sorta di detriti. Felice, anche se stremata la madre, Emily Sagalis, che chiamerà la piccola Bea Joy in onore di sua madre Beatriz, una delle vittime nell'ecatombe. La donna - ha raccontato la puerpera - è stata portata via da onde gigantesche che hanno spazzato via la loro casa a Tacloban, il capoluogo della provincia di Leyte, ed è sparita tra i flutti. Solo a Leyte si teme siano morte oltre 10.000 persone, da aggiungere alle diverse centinaia che sarebbero decedute nelle altre isole centrali delle Filippine; numeri che, se il bilancio sarà confermato ufficialmente dalle autorità di Manila, faranno di Haiyan la peggior catastrofe mai registrata nel Paese. La Conferenza episcopale italiana, dopo l'appello di ieri del Papa all'Angelus, ha deciso di destinare agli sfollati delle filippine 3 milioni di euro dei proventi dell'8 per mille. Anche la Caritas diocesana di Roma ha promosso una colletta di solidarietà per sostenere gli interventi di emergenza e il percorso di ricostruzione che sta svolgendo la Chiesa filippina attraverso le parrocchie, le scuole, le associazioni e le altre istituzioni cattoliche e ha inviato i primi 30.000 euro per le emergenze.