Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Rinviato il processo al deposto presidente egiziano Morsi

È accusato di istigazione alla violenza e all'omicidio: rischia la pena capitale. Alla sbarra anche altri 14 esponenti dei Fratelli musulmani. L'udienza sospesa dopo che gli imputati hanno cominciato a cantare slogan e aggiornata all'8 gennaio. Tensione nelle strade, scontri e arresti

  • a
  • a
  • a

E' cominciato questa mattina il processo al deposto presidente egiziano Mohammed Morsi, accusato di incitamento alla violenza e all'omicidio, reati per i quali rischia la pena di morte. L'udienza, però, è stata sospesa quando gli imputati hanno cominciato a intonare slogan contro il governo dei militari. Dopo un'ora è stata aggiornata all'8 gennaio del prossimo anno. L'esponente dei Fratelli Musulmani, eletto il 24 giugno 2012 e deposto lo scorso 3 luglio, è arrivato in elicottero nell'accademia di polizia del Cairo. È la prima apparizione in pubblico per l'ex presidente egiziano dal colpo di Stato militare con il quale è stato destituito. Da allora si trovava agli arresti in un luogo segreto. Le accuse a suo carico si riferiscono alla repressione della manifestazione contro di lui del 5 dicembre 2012 davanti al palazzo presidenziale al Cairo. Con Morsi sono processati per lo stesso episodio altri 14 esponenti della Fratellanza musulmana, tra i quali alti leader della Fratellanza come Mohammed el-Beltagy e il numero due Essam el-Erian, arrestato al Cairo lo scorso 30 ottobre: il vice presidente del Partito per la Libertà e la Giustizia, braccio politico del movimento islamista, era ricercato dal 10 luglio. Il primo ritardo è stato causato dal rifiuto di Morsi di indossare la divisa da detenuto. Quando poi un giudice lo ha chiamato "imputato", ha replicato: «Io sono il dottor Mohammed Morsi, il presidente della repubblica. Sono il presidente legittimo dell'Egitto. Rifiuto di essere processato da questa Corte, chiedo di mettere fine a questa farsa». La tv di Stato ha riferito che Morsi sarà trasferito nel carcere di Alessandria e non in quello di Tora, dove sono rinchiusi gli altri dirigenti della Fratellanza, come aveva affermato in precedenza la tv satellitare Al Jazeera. Durante i quattro mesi di detenzione, non è stato consentito a Morsi di incontrare gli avvocati, ha parlato almeno due volte telefonicamente con la sua famiglia e ha ricevuto due delegazioni straniere. Il suo arresto è stato definito dai sostenitori un vero e proprio rapimento e Morsi si è rifiutato di collaborare nel corso degli interrogatori. Un portavoce dei Fratelli Musulmani, Islam Taufiq, ha denunciato che le autorità hanno impedito l'accesso al tribunale a gran parte dei legali che compongono lo staff difensivo di Morsi. Secondo Taufiq solo 7 dei 30 membri dell'équipe sono riusciti a entrare. Il tribunale in cui si svolge il processo si trova nella zona est della capitale egiziana ed è lo stesso usato per il nuovo processo all'ex presidente Hosni Mubarak, accusato di non avere fermato le uccisioni dei manifestanti nel corso della rivolta del 2011 che ha portato alla sua cacciata. Inizialmente il processo doveva tenersi in un'altra sede, ma ieri le autorità hanno annunciato il cambio di luogo all'ultimo momento, probabilmente per ostacolare lo svolgimento delle proteste di grandi proporzioni organizzate dai sostenitori di Morsi. Il tribunale è letteralmente blindato, con rigide misure di sicurezza, il dispiegamento di centinaia di poliziotti in tenuta anti-sommossa appoggiati da veicoli di polizia ed esercito. Il tratto finale di strada che porta all'accademia di polizia è stato recintato e solo il personale autorizzato e i giornalisti accreditati hanno il permesso di avvicinarsi alla struttura.  Ma nonostante le ferree misure di sicurezza, si sono verificati scontri tra sostenitori e oppositori di Morsi davanti alla Corte Costituzionale. Le forze dell'ordine sono riuscite a separare le due fazioni ma la tensione resta alta. Altre centinaia di sostenitori dell'ex presidente si sono radunate davanti all'accademia di polizia dove hanno intonato slogan contro il generale el Sissi, capo dell'esercito che ha organizzato il colpo di stato, e hanno esibito alcuni cartelloni con le scritte «No alla violazione della volontà del popolo» e «Abbasso il governo dei militari». Alcune troupe di tv locali sono state prese d'assalto dai manifestanti. La polizia presidia anche gli ingressi di Piazza Tahrir e le strade intorno all'Università per prevenire cortei e proteste. Tafferugli anche ad Alessandria, con alcuni feriti lievi e almeno 18 arresti.

Dai blog