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Filippine: concluso l'assedio a Zamboanga, centinaia di morti

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I ribelli del «Moro» sono rimasti asserragliati nella città per tre settimane con decine di ostaggi. Il governo ha annunciato di aver ripreso il controllo della situazione

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Si è concluso con un bilancio tragico l'assedio del governo delle Filippine nei confronti dei ribelli del Fronte di liberazione nazionale Moro che tre settimane fa avevano attaccato la periferia di Zamboanga prendendo quasi 200 ostaggi. Lo riferisce il segretario alla Difesa Voltaire Gazmin, spiegando che solo alcun ribelli rimangono nascosti nell'area e i soldati sono sulle loro tracce. Le autorità stanno cercando di determinare se il comandante Habier Malik, che ha guidato l'attacco del 9 settembre, sia ancora in vita o sia morto. In tutto negli scontri scoppiati dopo l'attacco sono morte oltre 200 persone, tra cui 183 ribelli e 23 soldati. «Possiamo dire che la crisi è terminata, abbiamo compiuto la missione», ha commentato Gazmin al telefono, parlando con l'Associated Press da Zamboanga. Nella missione di soccorso sono stati impiegati circa 4.500 membri delle forze di sicurezza. In tutto 195 ostaggi sono stati salvati o sono riusciti a fuggire. Gli scontri a fuoco hanno costretto 130.000 residenti, oltre il 10% della popolosa città costiera, a lasciare le proprie case e trasferirsi in rifugi di emergenza. Circa 10.000 case sono state bruciate dai ribelli o sono rimaste distrutte nei combattimenti. Gazmin, il segretario all'Interno Mar Roxas e il capo di stato maggiore congiunto, il generale Emmanuel Bautista, hanno esplorato brevemente la zona dei combattimenti, nella comunità di Santa Catalina.

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