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Morsi non cede: 16 morti a Il Cairo

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Violenti scontri nella notte intorno all'Università tra sostenitori e oppositori del presidente egiziano. Il bilancio parla anche di 200 feriti

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È di almeno 16 morti e 200 feriti il bilancio degli scontri registrati nella notte vicino all'Università del Cairo, a Giza, tra sostenitori e oppositori del presidente egiziano Mohamed Morsi. Lo ha reso noto il ministero della Salute. Le violenze sono scoppiate prima del discorso di Morsi, che -rivendicando la propria legittimità- ha detto in un discorso televisivo che non farà alcun passo indietro. Dall'inizio delle proteste contro il presidente, eletto lo scorso anno, il bilancio delle violenze in Egitto parla di almeno 30 morti e più di 1.400 feriti. Nel suo discorso di ieri notte, a poche ore dalla scadenza dell'ultimatum dei militari, Morsi ha detto di essere pronto a sacrificare la sua vita come «prezzo per la legittimità». Il presidente chiesto ai militari di ritirare l'ultimatum di «48 ore» lanciato due giorni fa alle forze politiche per trovare un'intesa e «soddisfare tutte le richieste dei cittadini». Morsi ha anche accusato il «vecchio regime di non volere la democrazia».

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