Attentato di Boston: una rete di jihadisti dietro Tsarnaev
Dalla collaborazione nelle indagini tra Fbi e servizi russi emerge che Tamerlan avrebbe fatto parte di un'organizzazione di estremisti
Le indagini sull'attentato alla maratona di Boston stanno portando a nuovi sviluppi a livello internazionale. Tamerlan Tsarnaev, infatti, avrebbe fatto parte di una rete di estremisti espatriati dalla Russia, in comunicazione fra loro sul web e coordinati da una organizzazione basata in Europa, come un altro personaggio, il canadese William Plotnikov, ucciso in un raid anti terrorismo nel Daghestan. È quanto emerge dall'inchiesta condotta dalle autorità russe, la cui collaborazione di nuovo tipo con l'Fbi è stata sancita dalla recente visita a Mosca del direttore del Bureau, Robert Mueller. Durante il suo soggiorno in Daghestan, Tsarnaev avrebbe tentato di avvicinare jihadisti locali, frequentando una moschea salafita di Makhchala e il cugino di terzo grado Magomed Kartashov, coinvolto in organizzazioni estremiste locali, ma senza successo. Secondo quanto pubblica la «Novaya Gazeta», Tsarnaev era stato avvistato più volte dai servizi russi insieme a un altro estremista, Mahmoud Mansur Nidal, ucciso nei mesi successivi alla sua visita nel Daghestan in un raid. Kartashov, il fondatore di un gruppo salafita, l'Unione dei giusti, organizzatore di proteste contro i raid anti terrorismo russi nel Daghestan e sostenitore dell'introduzione della sharia nella regione, è stato arrestato 12 giorni fa per aver preso parte alla festa di un matrimonio in cui sono stati esibite bandiere jihadiste. Agenti dei servizi anti terrorismo lo hanno interrogato in carcere sulla sua relazione con Tamerlan. Ma come ha spiegato la legale Patimat Abdullayeva in una intervista al New York Times, «Magomed è un predicatore, non ha niente a che fare con il terrorismo», con Tamerlan si è limitato a discutere di questioni religiose.