Violenti scontri tra esercito nigeriano e miliziani islamisti
Furiosi combattimenti tra i soldati nigeriani e i miliziani ultra-islamisti di Boko Haram a Baga, un remoto villaggio di pescatori sul lago Ciad situato nello Stato di Borno, nel nord-est del paese, hanno causato almeno 185 morti. Lo hanno riferito i mass media locali citando fonti governative riservate, secondo cui tra le vittime ci sono soldati e guerriglieri, ma soprattutto civili. Negli ambienti militari non è stato confermato ufficialmente il bilancio degli scontri, scoppiati dopo che era stata circondata una moschea in cui si sarebbero asserragliati i ribelli. Un ufficiale coperto dall’anonimato si è limitato a parlare di «decine di morti», mentre un portavoce delle Forze Armate di stanza nell'area, il tenente colonnello Sagir Musa, ha affermato che si tratta di cifre «enormemente gonfiate», dunque «impensabili», anche se ha poi ammesso che «qualche perdita di vite umane può esservi stata». Le autorità nigeriane tendono sempre a minimizzare le conseguenze del conflitto con Boko Haram, allo scopo di non esaltarne le potenzialità. Né la Croce Rossa Internazionale né la Protezione Civile nigeriana sono finora state in grado di raggiungere Baga, che si trova a oltre 150 chilometri dalla capitale statale Maiduguri ed è servito da strade in pessime condizioni. Testimoni oculari hanno comunque riferito che i danni alle abitazioni sono ingentissimi, e che insieme a un bazar molte sono state distrutte da un vasto incendio. I jihadisti avrebbero tra l'altro fatto ricorso a pezzi di artiglieria pesante e a lancia-granate, costringendo a fuggire gran parte della popolazione. Borno è la terra di origine di Boko Haram, e Maiduguri l'epicentro principale delle sue operazioni, ma le recenti incursioni delle forze speciali avrebbero indotto gli insorti a disperdersi verso zone più inaccessibili dello Stato nigeriano.