Dopo il voto Venezuela tra incidenti e «cacerolazo»
L'opposizione venezuelana ha risposto in forze all'appello del suo leader, Henrique Capriles, uscito sconfitto per un soffio dal voto di domenica per le presidenziali: con un rumoroso «cacerolazo» - la forma di protesta con pentole, coperchi e mestoli, diffuso nel mondo latino-americano - ha manifestato la sua contrarietà alla proclamazione del candidato «chavista», Nicolas Maduro, come vincitore delle elezioni e chiesto che si contino nuovamente le schede. Il Consiglio Elettorale Nazionale ha rifiutato di avviare un riconteggio dei voti e la polizia ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere un gruppo di sostenitori dell'opposizione che protestavano in un ricco quartiere di Caracas. In realtà entrambe le parti hanno chiesto ai loro sostenitori di scendere in strada, il che conferma il timore di disordini politici nel Paese. Proprio come aveva chiesto Capriles, l'opposizione ha risposto con un «cacerolazo» e anche con il rumoroso risuonare dei clacson delle auto in strada, mentre lo «chavismo» e l'opposizione incrociavano le accuse sul risultato elettorale. Nel pomeriggio locale, la notte in Italia, ci sono stati anche incidenti in varie località del Paese e la denuncia di incendi di sedi dello «chavismo», minacce a figure del partito al governo e atti di violenze che, secondo Maduro, hanno causato anche diverse feriti. In vari momenti sono state anche bloccate strade in diverse zone del Paese.