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Piazza di Siena: CSIO di Roma fra imprese storiche e show

Enrico Tonali
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Tutta l'attenzione del mondo era rivolta nella primavera 1926 alla corsa al Polo Nord che si cercava di raggiungere, non più con cani e slitte, ma dall'alto. Il 9 maggio gli statunitensi Floyd Bennet e Richard Byrd lo sorvolano per la prima volta con un aeroplano, dall'Europa rispondono l'italiano Umberto Nobile e il norvegese Roald Amundsen che - partendo due giorni prima da Roma - atterrano col dirigibile Norge in Alaska dopo averlo trasvolato. L'Italia però è intanto riuscita a farsi assegnare una gara di salto internazionale che sarebbe un peccato non organizzare anche perché potrebbe parteciparvi la Germania, cui i destini della Penisola sembrano sempre più legati. Il Quartiere Flaminio è diventato il cuore sportivo di Roma, pochi passi uno dall'altro sorgono lo Stadio Nazionale, il campo di calcio e cinodromo della Rondinella, gli ippodromi Villa Glori e Parioli. La prima scelta del Concorso Ippico cade perciò in questa zona, all'interno del trotter di Villa Glori, che assicura box e assistenza per i cavalli. Nel 1926 e 1927 le gare si svolgono lì, poi passano nel 1928 all'interno dell'ippodromo  Parioli. L'anno successivo i tedeschi stanno preparando uno squadrone con cui metter fine, nel Concorso capitolino, alla supremazia italiana e francese, ma si aspettano una cornice degna di Roma. Il Governatorato è proprietario di Villa Borghese, all'interno c'è Piazza di Siena che già ha ospitato competizioni equestri e che il sindaco Francesco Boncompagni Ludovisi conosce fin da quando ci giocava bambino coi figli dei Borghese. La scelta è fatta e sarà definitiva. La Germania dilaga, il quartetto teutonico in divisa sfila vittorioso per tre edizioni consecutive (dal 1931 al 1933) sotto il Palco Reale. L'Italia comunque si ridesta e guidata da Alessandro Bettoni Cazzago riconquista per tre volte la Coppa delle Nazioni che nel 1940 torna ancora ai tedeschi. Piazza di Siena deve però cedere il passo alla Seconda Guerra Mondiale. Bettoni nel 1942 comanderà la carica del Savoia Cavalleria a Isbuschenskij in Russia e nel 1947 a Piazza di Siena il quartetto azzurro che si riprende la Coppa, in squadra un tenentino dal profilo affilato, Piero D'Inzeo. Lui e il fratello minore Raimondo sigleranno 18 volte (l'ultima nel 1977) l'appuntamento internazionale di Piazza di Siena. L'ovale di Marcantonio IV Borghese fu anche il teatro di un'impresa indimenticabile per i fenomenali figli del maresciallo Costante D'Inzeo, Piero e Raimondo. I due siglarono a Piazza di Siena una doppietta olimpica ai Giochi di Roma 1960 rimasta storica, con il successo di Raimondo in sella al baio Posillipo di 5 anni, mentre Piero giunse secondo, ottenendo l'argento. Poi insieme conquistarono, con il commilitone Antonio Oppes, il bronzo a squadre all'Olimpico. La Piazza deve il suo nome a Siena, luogo originario della famiglia Borghese e nacque nel 1792 per iniziativa del principe Marcantonio IV che – oltre a risistemare, con risultati squisiti, la Casina Borghese oggi celebre museo - chiese che all'interno del grande complesso verde fosse edificato uno spazio il quale ricordasse Piazza del Campo, il luogo dove fin dal Medioevo si tiene il Palio di Siena.  

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