con il 34% dei voti
Elezioni regionali, Zingaretti riconquista il Lazio. Battuto Parisi
Nicola Zingaretti regge, ultimo baluardo di una sinistra che riesce, nel Lazio, a non sfaldarsi. Unico vanto del Partito Democratico, che a livello nazionale sprofonda ovunque. Da qui, dice lui tra le ovazioni, deve partire la "rigenerazione del centrosinistra: e in un giorno in cui in Italia trionfano le destre si apre una fase di servizio per ricostruire la speranza, che è l'esatto opposto di odio, egoismo, ricerca di un capro espiatorio", spiega. La differenza elettorale tra il voto politico e quello delle regionali, fa notare Zingaretti, "oscilla in una forbice tra i 250 e 300mila voti". Paolo Gentiloni lo ringrazia su Twitter: incarna l'esempio della "sinistra di governo che vince anche quando è davvero difficile". C'è stato un momento nella giornata in cui si è temuto un testa a testa con Stefano Parisi, ed è per questo che il governatore riconfermato ha dovuto attendere, scusandosi per il ritardo: "Sicuramente il dato delle regionali del Lazio è che c'è stata da parte di tutti noi nello stesso giorno una straordinaria e bellissima rimonta nel voto". Quando è quasi al 34% e stacca di circa quattro punti il suo avversario, Zingaretti già parla di "risultato storico", perché per la prima volta nel Lazio i cittadini riconfermano un Presidente. Ed è tanto più un risultato di "straordinaria importanza", perché "avvenuto nello stesso giorno della più devastante sconfitta delle forze di sinistra nella storia della Repubblica". Nel 2013 Zingaretti aveva vinto col 40,65%, staccando di oltre dieci punti Francesco Storace e la sua Destra che si era fermato al 29,3. Stefano Parisi, sceso in campo per il centrodestra pochi mesi fa, dopo il fallimento delle elezioni comunali di Milano, ha fatto bene. E sarebbe andato meglio se Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice che ha scelto di correre da solo con la sua lista civica, avesse deciso di appoggiarlo. Quello sì, sarebbe stato un testa a testa vero, considerato il suo pacchetto di voti che vale più del 4%. Con Pirozzi che rischia di essere l'uomo che ha fatto perdere il centrodestra nel Lazio. Terza in ordine di voti è Roberta Lombardi, in corsa per il Movimento 5 Stelle, comunque il primo partito a Roma e nel Lazio. Quando sono scrutinati i due terzi delle sezioni, si ferma a circa il 27% dei consensi. "Sapevamo che sarebbe stato difficile - scrive su Facebook - il voto regionale è sempre una partita a sé e abbiamo raggiunto un risultato molto importante: abbiamo incrementato i consensi territoriali rispetto al 2013 e per questo possiamo ritenerci soddisfatti". All'epoca Davide Barillari si fermò al 20,22%. "Io ho dato il massimo - afferma Lombardi -, tutti abbiamo dato il massimo e lo ritengo un grande risultato. Il MoVimento 5 Stelle oggi è il primo partito nel Lazio e in Italia, sono felicissima per il risultato raggiunto alle politiche: il nostro è un progetto comune. Siamo dei portavoce, dietro c'è un progetto grandissimo e continueremo a portarlo avanti sempre. Per quanto mi riguarda, c'è chi diceva che un vincitore è un sognatore che non ha mai mollato. E io per questo, oggi, sento di aver ottenuto la mia vittoria".