Di Maio cerca i voti per andare al governo
Ipotesi Carelli e Calderoli per i presidenti di Camera e Senato
«Un'occasione storica» la chiama il candidato premier del M5S Luigi Di Maio. L'inizio della «Terza Repubblica», «finalmente quella dei cittadini» dice. Il giorno dopo il trionfo del «non partito», che conquista quasi undici milioni di voti (più del 32 per cento), il capo politico pentastellato non si perde in ipotesi ma va dritto alla meta: costruire un governo a 5 Stelle. Non sarà facile, lo sa. Tuttavia, sa anche che stavolta non si può sbagliare. Per questo prima fa i conti: «Il MoVimento 5 Stelle triplica i parlamentari nelle due Camere. Siamo una forza politica che rappresenta tutto lo Stivale». Poi conclude: questo «ci proietta verso il governo» dell'Italia e «ci prendiamo questa responsabilià». Ovviamente i numeri del M5S (primo partito italiano, con una vittoria schiacciante in tutto il Sud del Paese) non bastano per veleggiare verso Palazzo Chigi (soprattutto perché la coalizione di centrodestra, guidata dal leghista Matteo Salvini, è avanti di quattro punti anche se non autosufficiente). Ma Di Maio non si arrende e spiega: il risultato delle elezioni è post «ideologico», riguarda temi irrisolti. Insomma, i cittadini hanno votato «il programma». Per il resto, ha assicurato il capo politico del M5S, «siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche a partire dall'individuazione delle figure di garanzia che dovranno guidare le due Camere»... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI