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Christine Lagarde, mani libere su tassi: la linea della Bce dopo l'ultimo taglio

Gianluca Zapponini
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Mani libere sui tassi, senza condizionamenti o forme di pressioni. In poche parole, Christine Lagarde donna sola al comando. Dopo il taglio dei tassi di interesse operato lo scorso 12 settembre, la Banca centrale europea ha messo nero su bianco la sua linea nell’ultimo bollettino, ribadendo che "non intende vincolarsi a un particolare percorso sulle riduzioni: il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione", recita il bollettino diramato da Francoforte.

Le decisioni sui tassi "saranno basate sulla sua valutazione circa le prospettive di inflazione, alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell'inflazione di fondo e l'intensità della trasmissione della politica monetaria". Il tutto puntando a far tornare l'inflazione dell'area euro al livello obiettivo del 2%. Secondo Francoforte "l’inflazione interna rimane elevata, sospinta dai salari che continuano a crescere a ritmo sostenuto. Tuttavia, le pressioni dal lato del costo del lavoro si stanno allentando e i profitti stanno parzialmente attenuando l'impatto dell'aumento delle retribuzioni all'inflazione. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e l'attività economica si conferma modesta".

Certo, c’è chi al di là dell’Oceano Atlantico, casa Federal Reserve, ha sì traccheggiato un po’ di più prima di mettere mano ai tassi, ma quando lo ha fatto ha operato una sforbiciata da 50 punti base, ubriacando i di euforia i mercati. Tornando all’Europa, il 12 settembre il tasso che ancora oggi viene guardato come maggiore riferimento per i mercati, quello sui depositi, è stato ridotto di 25 punti base al 3,50%. Di sicuro, se la Banca centrale vorrà trovare nuovi appigli, li troverà in previsioni per l’inflazione che giocano a favore di una politica monetaria restrittiva, almeno nel breve termine. "L'inflazione”, ha precisato l’Eurotower, “dovrebbe tornare ad aumentare nell'ultima parte di quest'anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dell'energia cesseranno di rientrare nel calcolo dei tassi sui dodici mesi”. E forse solo dopo la metà del prossimo anno si vedrà un atterraggio più marcato del costo della vita. Il calendario, intanto, parla chiaro. La Bce avrà altre due riunioni monetarie prima della fine dell'anno, il 17 ottobre e il 12 dicembre. Ad oggi le attese prevalenti sono per un nuovo taglio dei tassi a dicembre mentre su ottobre permane l'incertezza, ma eventuali continui peggioramenti del quadro economico potrebbero favorire una riduzione anche in quella occasione.

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