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Inps, aggiornato il simulatore per le pensioni. Il miraggio per i giovani: addio al lavoro a 70 anni

Gabriele Imperiale
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Simulatore INPS aggiornato e i giovani italiani vedono la pensione sempre più lontana. È la principale novità emersa dall’ultimo aggiornamento di “Pensami”, il cervellone dell’istituto nazionale di previdenza sociale che fornisce a chi lo consulta una data entro cui godrà del tanto meritato riposo. La nuova revisione del simulatore tiene conto degli ultimi adeguamenti alle aspettative di vita e in attesa che si compia la promessa del neo presidente INPS, Gabriele Fava, di avere “le pensioni in una App”, “Pensami” apre nuovi scenari pensionistici per milioni di lavoratori italiani. Come analizzato da La Repubblica, l’aggiornamento comunicato lo scorso 10 giugno rileva importanti novità. 

 

 

Sebbene l’adeguamento dell’età della pensione all’aspettative di vita sia stato congelato fino al 2026 e la più recente relazione della Ragioneria generale dello Stato fissa l’età della vecchiaia a 67 anni fino al 2028, il simulatore prevede foschi scenari per i giovani italiani. Chi ha compiuto ad esempio 30 anni nel 2024 e ha cominciato a lavorare da poco riuscirà ad andare in pensione tra i 66 anni e 8 mesi e i 74. Tutto dipenderà dai contributi versati. Nel caso sia riuscito a versare 20 anni di contributi e maturato un assegno tre volte superiore l'importo mensile dell'assegno sociale nel 2024 – 1.603,23 euro – riuscirà a godersi la pensione prima rispetto a chi non dovesse farcela, che invece vedrà arrivare la quiescenza in un’età massima stimata di 74 anni. Altri esempi: un uomo classe 1994 che ha iniziato a lavorare nel 2022, se riuscirà a versare 20 anni di contributi, andrà in pensione di vecchiaia a dicembre del 2063 con 69 anni e 10 mesi di età. O ancora: un uomo nato a gennaio del 1980 occupato nel settore privato e che ha iniziato a versare nel 2005 (in pieno sistema contributivo) va in pensione di vecchiaia a 68 anni e 9 mesi. Potrebbe anticipare la sua uscita dal mondo del lavoro a 65 anni e 7 mesi qualora abbia maturato un assegno superiore a una data soglia ma dovrà rimandarla a 73 anni e 2 mesi in mancanza dei 20 anni di contributi. 

 

 

Simulazioni su simulazioni facilmente consultabili dopo aver effettuato l’accesso con SPID o la Carta di Identità Elettronica e aver inserito dati fondamentali come eventuali attività usuranti, lavoro precoce, servizio militare, riscatto di titoli di studio universitari e tanto altro. Aggiornamenti a parte, nuove nubi si abbattano sulle pensioni secondo i dati Eurostat che certificano l’impossibilità – o quasi – di smontare la Fornero, la cui abolizione è nel programma del governo e in particolare della Lega. Secondo l’ufficio di statistica europea infatti siamo il paese tra i 27 UE con la più alta spesa per pensioni rispetto al Pil. Al 2021 nel nostro paese il rapporto tra la spesa per le pensioni e il Pil ha toccato il 16,3%, secondo solo alla Grecia (16,4%). Non va meglio di certo nel resto del continente, dove la spesa per le pensioni ha toccato nel 2022 quota 1.882 miliardi di euro, il 12,9% del Pil dell'intera Unione. Dati non certo meno preoccupanti.

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