BANCA D’ITALIA

Economia, strategia di Panetta: l’Italia rischia di perdere Pil, migranti contro la denatalità

Filippo Caleri

Buona la prima per il governatore Fabio Panetta nelle sue prime Considerazioni finali dopo la nomina. Una lunga relazione elenca i mali atavici del Paese, ma il tono e sue affermazioni introducono iniezioni di speranza e di rimando un po’ di ottimismo. L’esatto opposto dei toni da sermone dell’ex Ignazio Visco. E che il ritmo sia cambiato lo si percepisce da due dettagli che fanno la sostanza. Il primo: alla fine della sua relazione, copiosa ma anche lunga, scatta un lungo applauso dalla platea. E la sua battuta strappa il sorriso: «Se continuate l’applauso, faccio il bis (dello speech ndr)». Altro stile, ma anche un linguaggio diverso che rincuora i gli ospiti presenti, in particolare i banchieri. «Parole solide, che rassicurano il sistema» confida a Il Tempo un potente rappresentante del mondo del credito. Ed effettivamente invece del fazzoletto per raccogliere lacrime e del cilicio per soffrire, le parole di Panetta qualche spiraglio di luce lo lasciano intravvedere. «L’Italia non è condannata alla stagnazione e può tornare a crescere ma l’economia soffre ancora di problemi gravi e il fardello dell’alto debito pubblico, unito al calo demografico e al ritardo del Mezzogiorno, frenano la ripresa» spiega Panetta.

 

  

 

Il copione è lo stesso ma alla strada da percorrere che, tradizionalmente, nel linguaggio di Palazzo Koch prevede l’invito al governo di avviare riforme, rilanciare produttività e investimenti, così come l’immancabile lotta agli sprechi e all’evasione fiscale, si aggiunge quest’anno l’integrazione dei migranti regolari che danno spinta all’occupazione e contrastano il calo demografico. Un fenomeno, questo, che rischia di costare al Paese un una contrazione del Pil, da qui al 2040, di 13 punti percentuali.

 

 

Altro elemento di novità è il richiamo alle potenzialità dell’intelligenza artificiale che, secondo il numero uno di Palazzo Koch, può rappresentare una grande opportunità ma anche un rischio per i posti di lavoro. «Non dobbiamo farci illusioni: la nostra economia soffre ancora di problemi gravi, alcuni radicati e di difficile soluzione. Il ritardo economico del Mezzogiorno e l’elevato debito pubblico sono questioni ineludibili per la politica economica», ha osservato Panetta ma «l’agenda è chiara» e «va realizzata per tornare a crescere e per contare in Europa, e con l’Europa contare nel mondo».