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Tassi dei mutui giù, il mercato non attende: cosa succede con i nuovi prestiti

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Gianluca Zapponini
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Al sospirato taglio dei tassi, dopo dieci mesi di bonaccia, mancano ancora uno due mesi al massimo, a meno di clamorosi dietrofront. Eppure qualcosa già si muove, per la gioia, se così si può dire, di chi ha un mutuo. A marzo, infatti, i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie si sono collocati al 4,21% dal 4,31 di febbraio. La quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a un anno, ha chiarito Bankitalia, è stata del 14% (17% nel mese precedente).

A cascata, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,26% (5,34 nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 5,73%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 4,95%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere, infine, sono stati pari all’1,04% (1,02 nel mese precedente). I consumatori non possono che tirare un sospiro di sollievo.

«Bene, prosegue a marzo la discesa dei tassi iniziata a dicembre» ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Insomma arriva una boccata d’ossigeno per le famiglie con mutui a tasso variabile. Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, il calo dei tassi significa che la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, scende, rispetto al picco di novembre 2023, di 56 euro al mese, pari a un risparmio su base annua di 672 euro.

Ora gli occhi sono tutti sulla Bce (guidata da Christine Lagarde nella foto) e sul board di giugno. I segnali ci sono tutti. Alla riunione del 10 e 11 aprile del direttorio monetario è stato infatti considerato «plausibile che il Consiglio sarà in condizioni di iniziare ad allentare la restrizione monetaria alla riunione di giugno, se ulteriori elementi ricevuti per allora confermeranno le prospettive di medio termine sull’inflazione indicate nelle stime di marzo», riportano i verbali della riunione, cementando ulteriormente la prospettiva di un primo taglio dei tassi da parte della Bce al board del 6 giugno. Verbali che ribadiscono che «nuovi dati importanti, incluse le previsioni aggiornate dei tecnici, saranno pubblicati per la riunione di giugno, consentendo al Consiglio direttivo di fare una valutazione più ampia» del quadro.

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