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Pensioni, un miraggio per le giovani generazioni: a 71 anni chi entra ora al lavoro

Filippo Caleri
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I giovani italiani che entrano ora nel mercato del lavoro andranno in pensione a 71 anni. A dare la notizia che delinea un lungo orizzonte prima di percepire una rendita dall’Ocse nel Rapporto annuale sulle pensioni. «L’Italia è uno dei nove paesi Ocse che collega l’età pensionabile legale con l’aspettativa di vita. In un sistema contributibo, tale collegamento non è necessario per migliorare le finanze pensionistiche, ma mira a evitare che le persone vadano in pensione troppo presto con pensioni troppo basse e a promuovere l’occupazione in età avanzata e quindi la produzione potenziale. Per coloro che attualmente entrano nel mercato del lavoro, l’età pensionabile normale raggiungerebbe i 70 anni nei Paesi Bassi e in Svezia, i 71 anni in Estonia e Italia e persino i 74 anni in Danimarca sulla base dei collegamenti consolidati con l’aspettativa di vita».

 

 

Fuori dal lavoro più tardi ma con assegni comunque in grado di consentire a chi lascia il posto di vivere decentemente ricorda l’organizzazione di economisti di Parigi. «In presenza di alta inflazione l’indicizzazione frequente delle pensioni è necessaria per sostenere il potere d’acquisto dei pensionati. L’applicazione coerente delle regole di indicizzazione è fondamentale per rafforzare la fiducia nelle pensioni» afferma l’Ocse. La protezione dei pensionati contro l’inflazione elevata riconosce tuttavia l’organismo- «è risultata costosa. Potrebbe essere giusto, in tempi eccezionali, che i pensionati ad alto reddito condividano parte del carico con la popolazione in età lavorativa in termini di ridotti adeguamenti dei benefici».

 

 

Oltre la metà dei paesi Ocse «tutela pienamente i pensionati dalle tendenze dell’inflazione nel tempo. Questi paesi indicizzano le pensioni ai prezzi o ai prezzi e a parte della crescita dei salari reali, se positiva». La critica arriva però sulle anticipazioni pensionistiche legata ai lavori usuranti. «Nei casi di lavoro pericoloso e gravoso il ritiro permanente dal mercato del lavoro, talvolta in età molto precoce, è una soluzione inefficiente».

 

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