A novembre l'occupazione cresce a livelli record. Senza rdc scendono gli inattivi
Un grigio scuro, minaccioso. Presagio di una imminente e violenta tempesta. Una foschia perenne, tipica delle foto ingiallite della Milano del boom industriale degli anni Sessanta. Una serie di previsioni, tutte puntualmente smentite dai numeri. È una nuova, triste giornata per le Cassandre della sinistra italiana. Per quei tromboni stonati che, dai vari talk show televisivi, erano soliti ripetere la cantilena secondo la quale il governo guidato da Giorgia Meloni sarebbe durato come una pioggia agostana. Ma che, in quel breve lasso di tempo, avrebbe sfasciato i conti pubblici e distrutto la nostra economia. Ieri una nuova rilevazione statistica ha smentito i portatori di sventura. Secondo l'Istat a ottobre 2023 sono aumentati gli occupati e sono diminuiti gli inattivi. Due aspetti essenziali per il nostro Paese, perché confermano come le politiche sul lavoro stiano funzionando e che il motore dell'economia italiana, pur tra mille difficoltà legate alla crisi internazionale delle materie prime, ha ripreso a girare a piedi ritmi.
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L’aumento dell’occupazione (più 0,1%, pari ad un più 27mila unità) viene riscontrato sia tra gli uomini che tra le donne, in tutte le classi d’età tranne tra i 35-49enni, che risultano sostanzialmente stabili. Il tasso di occupazione sale al 61,8% (più 0,1 punti). Non va poi sottovalutato un altro aspetto che ha una precisa valenza politica. Il tasso di disoccupazione totale aumenta al 7,8% (più 0,1 punti), quello giovanile al 24,7% (più 1,5 punti), ma il tasso di inattività scende al 32,9% (meno 0,2 punti). La spiegazione di quello che, solo ad una prima lettura, può apparire come una bocciatura del governo Meloni, è, al contrario, un'ulteriore dimostrazione che la strada imboccata dalla maggioranza moderata è quella adeguata per la (definitiva) ripresa economica. Il dato dei disoccupati è salito perché (finalmente) sono stati tolti i sussidi di Stato. Ovvero, il mitologico reddito di cittadinanza, la legge simbolo dei grillini. Chi riceveva, ogni singolo mese, almeno cinquecento euro sulla propria carta di credito non aveva alcun bisogno di dichiararsi «in cerca di un'occupazione». Al massimo, arrotondava quella cifra con un lavoretto a nero. Oggi che la pacchia è finita, quelle migliaia di persone sono state costrette a tornare a cercare un lavoro.
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Confrontando il trimestre agosto-ottobre 2023 con quello precedente (maggio-luglio), si registra inoltre un aumento del livello di occupazione pari allo 0,4%, per un totale di 104 mila occupati. La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa all’aumento delle persone in cerca di lavoro (più 0,3%, pari a più 6mila unità) e alla diminuzione degli inattivi (meno 0,9%, pari a meno 116mila unità). Il numero di occupati, a ottobre 2023, supera quello di ottobre 2022 del 2,0% (e corrisponde ad un significativo più 458 mila unità).
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