In Italia il lavoro c'è: in arrivo oltre un milione di nuove assunzioni
Sì, lo scorso settembre il tasso di disoccupazione in Italia è salito al 7,4%, dal 7,3% di agosto. Ma dando per buono il dato, che è pur sempre dell’Istat, va detto che sono 430mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di novembre e 1,3 milioni quelle per il trimestre novembre-gennaio, con un incremento rispetto allo scorso anno del +12,6% (+48mila assunzioni) nel mese e del +8,4% (+101 mila assunzioni) nel trimestre. E anche a questi numeri, diffusi da Unioncamere e Anpal c’è da credere. Come a dire, il mercato italiano del lavoro, tra un dibattito e l’altro sul salario minimo, è vivo e vegeto. E il merito è anche e soprattutto dell’onnipresente turismo con 66 mila entrate nel mese (+14 mila rispetto a 12 mesi fa, +28,3%) e del commercio, con 68 mila assunzioni a novembre (+ 8mila; +13,2%).
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Scendendo nel dettaglio, a novembre, i servizi segnalano 299 mila assunzioni nel mese (+14,3% rispetto 12 mesi fa) e 900 mila nel trimestre novembre-gennaio (+9,3% rispetto all’analogo trimestre 2022). A tenere alta la domanda di lavoro, oltre a turismo e commercio, si segnalano comunque i servizi alle persone con 50 mila assunzioni nel mese, mentre risulta più contenuta la dinamica dell’industria che programma nel suo complesso 131 mila assunzioni nel mese e 400 mila per il trimestre novembre-gennaio, in aumento tendenziale rispettivamente del +8,8% e del 6,4%, sostenuta soprattutto dalla meccatronica, con 23mila lavoratori ricercati (+3 mila, +13,2%), e sistema moda, con 11 mila entrate (+3 mila, +28,5%). Buona tenuta anche delle costruzioni che programmano 45mila entrate nel mese (+4 mila, +10,7% rispetto a novembre 2022). E attenzione alle Festa di Natale. Sono infatti più di 35mila le opportunità offerte dalle Agenzie per il Lavoro nel bimestre novembre-dicembre 2023 in vista del Natale. Addetti alle vendite, promoter, visual merchandiser, magazzinieri, autisti e rider. E poi ancora aiuti cuoco, camerieri, decoratori e animatori per eventi di Natale.
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Tornando a Unioncamere e guardando invece ai contratti, quelli a tempo determinato sono la forma maggiormente proposta con circa 228 mila unità, pari al 52,9% del totale a cui seguono i contratti a tempo indeterminato (93mila unità, 21,7%). E sul discorso contratti è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ascoltato in audizione al Senato in merito alla manovra. “Va fatta qualcosa per la competitività del costo del lavoro, la nostra paura è che parta una spirale con tutti i rinnovi di contratti. Adesso da una parte vengono richieste piattaforme molto difficili da poter sostenere, in un momento in cui siamo così schiacciati dalla competitività di Usa e Cina, e dall'altra non c'è sul tavolo la produttività". Ma il numero uno di Confindustria, ascoltato dinnanzi alle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite, non si è certo fermato qui nelle sue valutazioni sul lavoro. Toccando proprio il tema assunzioni trattato poc’anzi, Bonomi ha spiegato come l’importante non sia “una minore Ires se assumo. Non abbiamo in questo momento un problema di creare occupazione, anzi mancano 800 mila profili. Non è corretto utilizzare risorse pubbliche per creare occupazione, che è il mestiere dell'imprenditore. Non riusciamo neanche a capire quale sia stato l'effetto leva della misura. Quelle risorse potrebbero invece essere utilizzate per Industria 5.0 e per gli investimenti. Noi per l'Ires avevamo proposto una tassazione al 15%, il livello della Global mimimum tax, che avrebbe reso il sistema competitivo, e una tassazione forte se vengono prelevate risorse dai conti della società".
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