Tim, ore decisive sull'offerta di Kkr: domenica di fuoco
Altra giornata di intenso lavoro per i consiglieri di Tim sul dossier della rete. Dopo il consiglio di amministrazione di ieri durato 8 ore, il board continuerà a esaminare, in una riunione tecnica che è iniziata nel pomeriggio, l’offerta vincolante di Kkr per Netco, con l’ausilio degli advisor finanziari e legali. Al centro dell’analisi la valutazione sul prezzo per l’intero asset e le modalità per l’eventuale approvazione della cessione, ovvero se sia sufficiente il via libera del board o se sia necessario ricorrere a un passaggio assembleare. Domani è in calendario un’altra riunione del consiglio, che in teoria dovrebbe essere deputata a deliberare definitivamente. L’offerta di Kkr scadrà l’8 novembre, giorno in cui il gruppo approverà i conti dei primi 9 mesi dell’anno, anche se un rinvio alla prossima settimana della decisione sembra scongiurato.
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Gli stessi manager invitano a rompere gli indugi: «Considerato che tutti gli elementi sono sul tavolo e che sono stati condivisi mano mano che sono stati arricchiti di dettagli, ora è tempo di decidere, evitando di far accadere quello che avviene tipicamente in Italia, ossia che le decisioni devono essere prese dai giudici. Ci aspettiamo che tutti i decisori, consiglieri ed eventualmente gli azionisti si assumano la responsabilità delle loro azioni pensando alle conseguenze che hanno sul titolo, sull’occupazione, sui piani di sviluppo di Tim», le parole di Cristina Carollo, presidente NoiD Telecom. «Questo è il momento giusto e sprecarlo sarebbe gravissimo. Dobbiamo traguardare insieme gli obiettivi che ci siamo dati, perché non siamo mai stati così vicini a risolvere il problema di un debito», dice il presidente di Cnq, l’associazione dei Quadri e delle Alte Professionalità del gruppo Telecom Italia appellandosi agli azionisti di Tim: «Non servono scontri e confitti che non fanno altro che danneggiare la società e frenare il suo sviluppo». Un appello che sembra rivolto soprattutto a Vivendi, primo socio della compagnia, ostile all’operazione e disponibile a esaminare la proposta elaborata dal fondo Merlyn e da RN Capital, quest’ultima fondata da Stefano Siragusa, il top manager uscito da Tim nel dicembre 2022 da deputy del direttore general.
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Merlyn e RN Capital, che si sono accreditati ufficialmente con una quota dello 0,006% del capitale ma dichiarano di avere una partecipazione vicina al 3%, puntano a conservare il controllo della rete e a recuperare risorse per abbattere il debito tramite un’altra strategia. La proposta alternativa a quella di Kkr, mirerebbe infatti a cedere il 67% di Tim Brasil per 7 miliardi di euro e Tim Consumer per 9 miliardi, per un totale quindi di 16 miliardi. Un progetto che non raccoglie il consenso sia del governo (che partecipa con un ruolo attivo all’operazione) sia degli analisti.