Portafogli vuoti
Ue, Lagarde non molla: “Le famiglie soffrono, ma la lotta all’inflazione non è finita”
L’inflazione nell’area euro «non se ne andrà da sola: dobbiamo ancorare le aspettative sull’inflazione. Inoltre, se la analizziamo, l’inflazione non è solo trainata dall’offerta, ma in parte anche dalla domanda». È l’avvertimento lanciato dalla presidente della Bce Christine Lagarde, in audizione alla commissione Econ del Parlamento Europeo, a Bruxelles. «Su questo non c’è disaccordo tra gli economisti - continua - parte dell’inflazione che vediamo è trainata dalla domanda: è stato un disallineamento tra domanda e offerta dopo il Covid che ha acceso l’inflazione, cosa che è stata certamente esacerbata dalla terribile guerra in Ucraina avviata da Vladimir Putin, che ha aumentato il prezzo dell’energia».
Anche se è iniziata con uno choc energetico, con i suoi effetti indiretti, per Lagarde c’è anche «un disallineamento tra domanda e offerta», con «strozzature» nelle filiere in un contesto di «domanda spinta» dalla fine delle restrizioni dovute alla pandemia, quando «tutti volevano comprare merci e servizi. Nella situazione attuale l’energia gioca un ruolo minore» e «abbiamo ancora una componente domestica dell’inflazione che dobbiamo ridurre e domare», conclude.
La Banca centrale europea è consapevole della «sofferenza» e dalle «difficoltà» legate ai rialzi dei tassi decisi per combattere l’inflazione ha proseguito Christine Lagarde. «Sappiamo che, ad esempio, il 30% delle famiglie negli Stati membri ha mutui a tasso variabile. Ed è difficile. Anche l’aumento dei prezzi alimentari, del carburante alla stazione di servizio e anche il prezzo dell’energia in generale gravano fortemente sulle famiglie a basso reddito. Sì, lo sappiamo, ma sappiamo anche che la nostra missione è riportare l’inflazione all’obiettivo e garantire la stabilità dei prezzi», ha detto ancora Lagarde.