furia dei sindacati
Pensioni, il governo va verso la conferma di quota 103. Sindacati furiosi
Sul dossier pensioni il governo sembra intenzionato a confermare le misure già introdotte, a partire da Quota 103, cioè l’accesso alla pensione con almeno 62 anni di età e 41 di contributi. Ma i sindacati non ci stanno. «Basta essere presi in giro», sbotta il leader della Cgil, Maurizio Landini, accusando l’esecutivo di portare avanti «tavoli finti». Nel corso del confronto tecnico di martedì, il penultimo del cronoprogramma fissato a luglio da via Flavia, tra Cgil, Cisl, Uil e Ugl con l’Osservatorio sulla spesa previdenziale sull’accesso alla pensione delle donne e sui lavori gravosi, le parti hanno ribadito le proprie richieste sottolineando la necessità di arrivare ad un confronto politico. Il prossimo incontro sarà il 18 settembre sulla previdenza complementare e il 20, a quanto si apprende, sarà consegnata alla ministra Calderone la sintesi di un confronto che va avanti da luglio.
«Ad oggi l’obiettivo è quello di riconfermare quota 103 e quota 41 con 62 anni e vedere come si può allargare», ha spiegato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Per quello che riguarda Opzione Donna «stiamo cercando di capire come dare un ristoro alle donne. Questo governo - ha sottolineato - non ha gestito Opzione Donna come nella maniera precedente, questo perché crediamo che in quel caso ci sia stato oggettivamente tanto dispendio anche salariale per queste donne, era davvero un esborso esoso. Stiamo cercando di capire una norma che possa dare ristoro a queste donne».
Landini attacca: «Abbiamo scritto al governo per aprire una trattativa vera ma continuano incontri finti, come quello di oggi sulle pensioni. Non hai un euro, non metti un euro, di cosa stiamo parlando», sbotta il leader di Corso d’Italia, che aggiunge: «Le promesse che questo governo ha fatto in campagna elettorale oggi non stanno in piedi, non c’è un superamento della Fornero». Della stessa opinione anche la Uil. «Continua il silenzio del governo sulle pensioni», dicono da via Lucullo, affermando che «anche oggi» dall’esecutivo non è arrivata «una sola indicazione su cosa intende fare», né sui lavoratori gravosi, né su Opzione Donna, e lamentando una più generale assenza di confronto con Calderone. «Sui temi del lavoro la ministra è latitante», ha chiosato infatti la segretaria confederale Uil, Ivana Veronese, nel corso dell’audizione alla Camera sulla tragedia di Brandizzo.