Corsa dei tassi
Banche, conti a gonfie vele. Le prime cinque hanno utili a +50%
Conti a gonfie vele per le banche italiane nel primo semestre dell’anno. I primi cinque gruppi (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper) hanno registrato una crescita di oltre il 50% degli utili, conseguenza della corsa degli interessi netti innescata dall’aumento dei tassi di interesse. È quanto emerge dall’analisi della Fondazione Fiba. Migliora poi, stando a quanto riportato, la qualità del credito. La redditività è sostenuta anche dal miglioramento del costo del rischio credito (rettifiche nette/impieghi netti) che passa da 0,58% a 0,24% su valori annualizzati, nonostante un contesto sistemico reso critico dall’aumento dei tassi e dal rallentamento dell’economia, che si riflette sull’andamento negativo del volume dei finanziamenti alla clientela (-4,3% rispetto al 30/6/2022). Va Evidenziato che il dato del costo del rischio elaborato dalla Bce, per il primo trimestre di quest’anno, per l’insieme delle banche «significant» registra un valore medio per gli istituti dell’area Euro dello 0,46%, mentre per le banche italiane si attesta allo 0,34%, inferiore anche ai dati di Germania, Francia e Spagna.
Resta sostanzialmente stabile e su livelli minimi per i cinque gruppi maggiori l’incidenza dei crediti deteriorati (1,4%) ma si registrano miglioramenti in indicatori aventi rilievo prospettico perla qualità del credito. Cala ancora il costo del lavoro. Il cost/income che scende al 42,9%, circa dieci punti sotto il livello medio osservato tra i maggiori gruppi bancari europei. L’incidenza del costo del personale sui proventi operativi scende dal 31,8% al 26,3%. Rispetto a un anno fa il numero delle filiali è calato del 6% (-764) e l’occupazione del 3,2% (circa 7700 in meno, dato medio di periodo). A completare un quadro ottimale, va rilevato l’aumento della raccolta diretta (+1,6%), nonostante il contenimento della remunerazione dei depositi a vista, il più che adeguato presidio del rischio di liquidità e la solidità patrimoniale misurata dal CET1 Ratio, che cresce dal 14,61% del 31 dicembre 2022 al 15,07% del 30 giugno scorso.
«L’elevata qualità del credito dei primi cinque gruppi bancari italiani rappresenta un punto di forza del sistema. L’attenzione alla gestione dei rischi non deve tradursi però in una restrizione dell’offerta di credito che andrebbe a penalizzare gli investimenti e la crescita - commenta il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani Per evitare una spirale di questo tipo è necessario investire sulla formazione delle lavoratrici e dei lavoratori, anche con il potenziamento degli organici, così da garantire una corretta e proficua gestione del credito all’interno delle banche. È necessario infatti che si affermi una cultura d’impresa orientata a sostenere il Paese in una fase caratterizzata dalla transizione ecologica e digitale. A settembre si riaprirà la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale: servono salari più alti, il valore prodotto non può andare solo agli azionisti. Vanno sottolineati infine i risultati, positivi oltre ogni aspettativa, di Mps. Abbiamo sempre sostenuto che con la ricapitalizzazione il rilancio della banca era possibile ed i fatti ci stanno dando ragione», osserva Colombani.